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Un’analisi sull’ultimo sbarco di migranti

La nave Diciotti della Guardia Costiera italiana.

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La nave Vos Thalassa era nella zona Sar libica per operazioni di estrazione petrolifera, che rientrano nella Mabruk Oil Operation.

Senza l’autorizzazione della guardia costiera libica, carica 67 persone.

La nave rifiuta poi di consegnare queste persone alle autorità libiche, adducendo come motivazione un ammutinamento in atto sulla nave proprio da parte degli immigrati (a questo punto definibili clandestini, o pirati?).

A quel punto fa sapere alla guardia costiera italiana che l’equipaggio stesso “potrebbe non rivedere le proprie famiglie” se gli immigrati non vengono fatti sbarcare in Italia.

La nave Diciotti della Guardia costiera italiana si prende dunque carico delle 67 persone e attracca a Trapani dove, dopo ore di accertamenti, l’equipaggio viene fatto scendere. Molti dubbi permangono sulla storia dell’ammutinamento, confermato dal capitano della nave, ma smentito dal suo portavoce.

Tutto quest’episodio fa emergere alcuni aspetti.

La guardia costiera libica non ha ancora i mezzi sufficienti per pattugliare le coste e evitare partenze su gommoni artigianali. Occorre dunque fornire supporto in questo quanto prima.

La Tunisia, durante queste operazioni, è come se non esistesse, nonostante i suoi porti siano sicuri e accessibili, cosa che possiamo confermare scrivendo proprio da questo paese e avendone avuto conoscenza certa. Dovranno prendersi anche le loro responsabilità.

Le navi private nel Mediterraneo stanno diventando un problema, sia perché non rispettano le leggi di diritto internazionale marittimo, sia perchè sono facilmente esposte a ricatti degli scafisti.

Infine nel circolo mediatico mainstream si fa a gara a chi sputa più fango addosso all’Italia “razzista”, salvo poi scoprire che anche questa nave ha attraccato in un nostro porto e le persone a bordo riceveranno assistenza da questi “razzisti e xenofobi” italiani.

Nel frattempo il porto della cosmopolita Marsiglia rimane costantemente sbarrato.

Gabriele Tebaldi

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