Sulle pagine del quotidiano piu` diffuso d’Italia si puo` oggi leggere la notizia di una possibile chiusura delle Acciaierie Ilva di Taranto.
Tale notizia, se confermata, sarebbe una di quelle che portano disillusione e pessimismo circa il futuro di ripresa economica nel nostro paese. Le acciaierie di Taranto, infatti, costituiscono il primo polo siderurgico europeo.
Dal 2015 di proprieta` quasi esclusiva di francesi ed inglesi, ha ancora una percentuale italiana e fornisce migliaia di posti di lavoro nella zona. Gia` fortemente inquinata ed inquinante, Ilva e` stata cagione di morti in percentuali altissime negli ultimi decenni, tanto che la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha condannato il nostro paese per non aver curato la salute dei suoi cittadini.
In effetti produrre acciaio, tanto piu` in un’azienda con quasi 15mila occupati, costituisce una delle principali componenti di ogni sistema produttivo che si rispetti.
Gli stabilimenti siderurgici, come tutti quelli dell’industria pesante, sono difficilissimi da muovere ed esportare e quandunque tale stabilimento verra` dismesso, il sistema Italia perdera`, a questo punto definitivamente, la sua indipendenza (anche) nell’industria pesante, con che l’acciaio dovra` essere importato da fuori.
E i costi non saranno sostenibili, per il nostro paese,
tanto che la produzione di navi o armamenti, punta di diamante della nostra industria, potrebbe soffrirne conseguenze severissime. Cosi` come le conseguenze sarebbero nefaste per l’industria automobilistica e manufatturiera. Insomma, l’economia italiana nell’indicatore del Prodotto Interno Lordo potrebbe perdere piu` di qualche punto percentuale dalla dismissione dell’Ilva di Taranto.
Come e` arcinoto, la dipendenza economica da altri paesi ci rende sempre piu` vassalli, mentre l’Europa non protegge la sovranita` di alcuni singoli stati con gli aiuti necessari ad ovviare una situazione cosi` tragica come quella descritta nelle pagine del primo quotidiano nazionale oggi.
Donald Trump bloccò la chiusura delle acciaierie americane affermando semplicemente
Senza l’acciaio gli Stati Uniti non esistono.
Se cio` e` vero – come e` vero – per gli USA, a maggior ragione lo e` per una nazione priva di sovranita` monetaria, con fratelli serpenti in seno ad un’organizzazione ibrida di stampo finanziario come l’UE, dove i partner, meramente commerciali nonostante le tante belle parole, hanno agito nell’ultimo quarto di secolo distruggendo il sistema produttivo italiano, con molti invidiabili successi.
La reazione
che ci si aspetta da un Governo responsabile, in questo caso, e` quella di mettersi di traverso e difendere la produzione dell’acciaio in Italia. Ad ogni costo, (ri)nazionalizzazione compresa.