La sinistra italiana si trincera dietro al rischio del fascismo dietro l’angolo. Risibili considerazioni di chi ormai rappresenta soltanto status quo e radical chic.
Prendiamo in esame le interessanti considerazioni di Claudio Fava:
Non credo che in Italia sia a rischio la democrazia. Non credo che proporrà riabilitazioni del fascismo. Non credo che lo spirito autentico della Costituzione repubblicana subirà agguati in Parlamento.
E non credo nemmeno che queste mie considerazioni verranno accolte benevolmente da chi preferisce fingersi sulla ridotta dell’antifascismo militante piuttosto che dedicarsi a fare i conti con gli errori e le miserie d’una sinistra che negli anni è diventata una collezione di satrapie e di risentimenti.
Il fiancheggiamento elettorale di alcuni giornali in questi mesi è stato e continua ad essere puerile e grottesco: gli elzeviri quotidiani sulle frequentazioni della Meloni a Colle Oppio, l’adolescenza missina, la retorica borgatara della destra romana… Ma qualcuno pensava davvero che avremmo vinto le elezioni con questa ridicola narrazione apocalittica? E adesso insistiamo a raccontarci un day after dove a noi tocca la nobile postura degli ultimi resistenti, la linea del Piave della democrazia italiana, contro il dilagare del neofascismo…
A me faceva assai più paura l’idea proprietaria che avevano di questo paese e delle sue istituzioni i governi Berlusconi, con gli avvocati e i commercialisti del cavaliere chiamati a far i ministri. Però oggi è meglio fare gli orgogliosi antifascisti con la signora Meloni e attingere alla spazzatura del web per raccontare le malefatte del padre: un modo facile per assolverci. E per parlar d’altro.