Sono stati infine pubblicati i verbali del CTS. Anche a una lettura rapida e a volo d’aquila, ben si capisce perché il governo e principalmente Conte si opponessero con tanta enfasi alla loro desecretazione, temendo disordini sociali.
di Diego Fusaro
In effetti, leggendo quei documenti e avendo vissuto la realtà infernale di quei mesi, la rabbia gravida di buone ragioni è il più naturale sentimento che possa agitarsi nei nostri petti. Potrei sbagliare (e sarò lieto di emendare ciò che scrivo), ma mi pare di poter asserire che non può essere taciuto quanto segue e che appunto affiora dai suddetti verbali:
1) Non vedo riferimento alcuno (potrei sbagliare) al nesso tra lockdown e beneficio scientificamente provato per la curva epidemiologica. Perché dunque si è scelta la via del lockdown?
2) Mancano molte pagine. Dove sono? E cosa dicevano?
3) Il CTS non prevedeva affatto il lockdown, che fu dunque imposto da Conte per motivi che a questo punto vanno da lui chiariti.
4) Il verbale del 30.3 consiglia (salvo mio errore di interpretazione) di tornare gradualmente alla normalità. Perché allora il lockdown è durato ancora mesi, annunciato da inusuali epifanie vespertine del Presidente del Consiglio?
5) Mancano i verbali sulle decisioni sulle zone rosse del bergamasco.
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