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La Commissione Ue ha chiesto tagli alla spesa sanitaria italiana per 63 volte

BRUSSELS, BELGIUM - JULY 04: Nominee President of the EU Commission Ursula von der Leyen (L) is welcome by the outgoing President of the European Commission Jean-Claude Juncker (R) in the Berlaymont, the EU Commission headquarter on July 4, 2019 in Brussels, Belgium. (Photo by Thierry Monasse/Getty Images)

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Coloro che manifestavano contro i tagli di spesa ai servizi pubblici all’indomani della crisi finanziaria globale del 2008 innalzavano spesso cartelli e striscioni recanti lo slogan “l’austerità uccide”.

di Emma Clancy

Un rapporto che ho pubblicato il mese scorso ha rivelato che la Commissione Europea ha presentato 63 richieste individuali agli stati membri di tagliare la spesa alle forniture per l’assistenza sanitaria e/o privatizzare o esternalizzare i servizi sanitari tra il 2011 e il 2018, al fine di soddisfare gli obiettivi arbitrari di debito e crescita sanciti dal Patto di Stabilità e Crescita.

Queste richieste hanno interessato in particolare le economie “periferiche” colpite dalla crisi del debito sovrano: Grecia, Spagna, Italia, Irlanda e Portogallo. Alcuni dei principali risultati del rapporto, Discipline and punish: end of the road for the Stability and Growth pact? (disciplinare e punire : il patto di Stabilità e Crescita è al capolinea?), incluso il suo impatto sui servizi pubblici nell’UE, sono brevemente descritti di seguito.

Sorveglianza e controllo dell’UE dei bilanci degli stati membri 

Il Patto di Stabilità e Crescita (PSC), emanato nel 1997, si è rivelato una delle caratteristiche più contestate e controverse dell’Unione economica e monetaria e della più ampia Unione Europea.

Il PSC impone due massimali numerici sulla spesa pubblica:

  1. Il rapporto debito pubblico/PIL deve essere inferiore al 60%
  2. Il disavanzo annuale degli stati membri deve essere limitato al 3% o inferiore

Il potere della Commissione Europea di sorvegliare e controllare i bilanci nazionali degli stati dell’UE è stato notevolmente rafforzato nel 2011 dall’adozione del Six- Pack e nel 2013 dal Two-Pack, nonché dalla firma del Fiscal Compact, un trattato intergovernativo.

Il semestre europeo

è il programma annuale di politica economica coordinata in tutta l’UE, introdotto dalla Commissione nel 2011. Mira essenzialmente a sottoporre i bilanci nazionali degli stati membri al controllo, all’alterazione e all’approvazione della Commissione e del Consiglio prima che il piano finale di bilancio sia messo ai voti in seno al parlamento nazionale.

Il semestre europeo comprende i requisiti del PSC e della Procedura per gli Squilibri Macroeconomici, nonché riforme strutturali più ampie nell’ambito della strategia europea del 2020. In risposta alle bozze dei piani di bilancio presentati dagli stati membri, la Commissione formula “specifiche raccomandazioni per i singoli stati”.

Individuazione dell’assistenza sanitaria su cui applicare tagli di bilancio

Il rapporto esamina il ruolo del PSC nell’intensificare il trasferimento di ricchezza dalla forza lavoro al capitale nell’UE, in particolare dopo la crisi finanziaria globale. Esamina in che modo il PSC realizza questo trasferimento analizzando il contenuto delle raccomandazioni specifiche per paese formulate dalla Commissione Europea agli stati membri dell’UE sulla base del PSC e della Procedura per gli Squilibri macroeconomici.

Esamina inoltre l’impatto fortemente corrosivo del PSC e del suo quadro di sostegno, sulla democrazia nell’UE, e le implicazioni che ne conseguono. Il rapporto analizza il contenuto di tutte le raccomandazioni specifiche per paese formulate nell’ambito del PSC e della Procedura per gli Squilibri Macroeconomici dal 2011 al 2018. Rivela che oltre alle costanti richieste di riduzioni della spesa pubblica, la Commissione ha individuato nello specifico pensioni, prestazioni sanitarie, crescita salariale, sicurezza sul lavoro e indennità di disoccupazione.

Contenuto delle raccomandazioni specifiche per paese della Commissione nell’ambito del Patto di Stabilitò e Crescita e di Procedura per gli Squilibri Macroeconomici.

Dall’introduzione del Semestre Europeo nel 2011 fino al 2018, la commissione ha formulato 105 richieste separate a singoli stati membri di aumentare l’età di pensionamento obbligatoria e/o ridurre la spesa pubblica su pensioni e assistenza agli anziani. Ha effettuato 63 richieste ai governi di tagliare la spesa sanitaria e/o esternalizzare o privatizzare i servizi sanitari. Le richieste volte a reprimere la crescita dei salari sono state avanzate agli stati membri in 50 occasioni.

Sono state formulate 38 volte istruzioni volte a ridurre la sicurezza sul lavoro, le tutele occupazionali contro il licenziamento e i diritti di contrattazione collettiva dei lavoratori e dei sindacati. Oltre alle richieste di routine di tagli alla spesa pubblica per i servizi sociali in generale, la Commissione ha anche formulato 45 richieste specifiche atte a ridurre o eliminare i sussidi per i disoccupati, i soggetti più deboli e le persone con disabilità, adottando financo misure punitive per costringere tali persone ad entrare nel mercato del lavoro o quanto meno a cercare lavoro. Sotto l’ombrello dei limiti al deficit e al debito, la Commissione europea sta imponendo l’austerità in settori politici sui quali non ha autorità legale.

L’attuale focus politico deve essere naturalmente la risposta alle sfide enormi ed immediate poste dalla pandemia. Ma se ci troviamo di fronte a una recessione probabilmente molto più grave di quella della crisi finanziaria globale, abbiamo anche bisogno di una valutazione onesta del fallimento delle politiche pubbliche che hanno lasciato i sistemi sanitari dell’UE in una posizione così debole, con risultati così devastanti.

 

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