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Fake news del Corriere: i giovani che non vogliono lavorare

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Una fake news, un tempo semplicemente chiamata cazzata, al giorno, leva il medico di torno. Di medici, nei grandi della carta stampata in Italia, sicuramente non ce ne sono.

Paolo Desogus informa come

il Corriere della Sera pubblica l’ennesima lamentela da parte di presunti ristoratori che non trovano lavoratori da assumere, nonostante le mirabolanti compensi, a loro dire, dignitosi. Gli obiettivi di questa campagna sono molto semplici: colpire il reddito di cittadinanza e ridurre la base salariale. Per fare questo è necessario costruire l’immagine di un’imprenditoria magnanima, pronta a dare il “giusto salario” a giovani volenterosi.

Ma occorre anche appoggiarsi a un senso comune diffuso, secondo cui gli italiani sarebbero dei fannulloni, gente pronta ad approfittare dei sussidi, desiderosa di assistenzialismo statale sostenuto dalle tasse di chi invece lavora.

Purtroppo è vero il contrario. L’assistenzialismo è oggi quasi tutto indirizzato a sostenere imprenditori provinciali e incapaci di stare sul mercato che i suoi stessi giornali esaltano. Allo stesso modo, le statistiche dicono che gli italiani lavorano molto al di sopra della media europea: ben 46 ore in più all’anno per salari tra i più bassi del continente, fermi da più di vent’anni.
Il messaggio del Corriere, giornale della borghesia lombarda, è dunque un altro: non vogliamo alzare i salari, vogliamo continuare a massimizzare i guadagni e scaricare i costi sui lavoratori, i quali dovrebbero ringraziarci e baciarci i piedi se diamo loro un’occupazione. Questo è il messaggio reazionario e classista che si legge in questo genere di notizie.

 

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