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Ecco come la Germania sarebbe favorita da un Governo con il PD

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Una prospettiva laica sul possibile programma economico del governo giallo-rosé.

di Giuseppe Masala

Mano mano che passano le ore emerge la seguente volontà in materia economica per quanto riguarda il nuovo governo: sostanziale modifica della cosiddetta “Quota 100” e del “Reddito di cittadinanza”. Ovviamente modifiche in senso restrittivo.

Al di là della motivazione tattica di voler umiliare il Movimento Cinque Stelle dietro questa proposta vi sono sostanziali motivazioni economiche.

La Germania e l’Europa

stanno entrando in una evidente fase recessiva che a guardare la patologia dei tassi negativi potrebbe essere anche drammatica. Per contrastare questa spirale la Germania ha già annunciato un piano da 50 miliardi di euro. Bene, molti economisti italiani hanno immediatamente fatto i salti di gioia prospettando magnifiche sorti e progressive fatte di deficit spending di tipo keynesiano. Ingenuotti.

Dopo trenta anni di coabitazione europea non hanno ancora capito come lavorano i tedeschi. Noi ci aspettiamo agevolazioni alle imprese di vario tipo con il risultato finale di abbassare il costo unitario di prodotto e dunque con il fine di dare respiro alle aziende esportatrici tedesche. Detto in altri termini rischiamo di vederci invasi da prodotti tedeschi a basso costo che spiazzano le nostre merci e i nostri servizi. Detta papale papale se così fosse i tedeschi intendono uscire dalla crisi in arrivo semplicemente aumentando l’aggressività sui prezzi delle loro aziende e in definitiva vorrebbero far pagare la crisi ai partner europei. As usual.

E’ chiaro

che in un’ottica del genere è assolutamente comprensibile l’idea di tagliare dal reddito di cittadinanza e da quota cento per destinare le risorse risparmiate magari ad una riduzione del cuneo fiscale. Così da rilanciare la competitività delle nostre merci e controbilanciare per quanto possibile i provvedimenti studiati dai tedeschi.

Ciò che però fa arrabbiare di questa situazione è l’opportunismo tedesco. La via maestra infatti sarebbe spendere, spendere, spendere. Così come vogliono giustamente Trump e gli inglesi, stufi di foraggiare l’industria tedesca con le loro importazioni (basta fare quello e scoppia immediatamente la pace con gli inglesi e con gli americani, inutile girarci attorno). E la Germania se lo può permettere: hanno circa 1300 miliardi di surplus verso l’estero il che significa che ad occhio possono sostenere ulteriori 2000 miliardi almeno di debito pubblico. Ma fare ciò significa non essere più i padroni dei paesi in deficit verso l’estero (esempio, Grecia, Spagna, Portogallo ed est europeo).

Spendere significa importare, far lavorare gli altri

E non se ne parla proprio evidentemente; infatti tengono il 50% dei loro pensionati con pensioni inferiori a 1000 euro (la Germania! Sono ricchi sfondati!). Perchè non c’è niente da fare, usano i loro capitali generati dall’enorme surplus accumulato come Guderian utilizzava le sue Panzer Division. L’Unione Europea incentrata sul dumping commerciale e sulla concorrenza sfrenata non è nient’altro che la terza riedizione del Programma di Settembre di von Bethmann-Hollweg del 1914 (la seconda riedizione fu il Piano Funk del 1936, per essere chiari).

Da qui non si scappa. E prima prendiamo atto di questa triste realtà e meglio sarà. In qualsiasi caso inglesi e americani si prenderanno la briga di risolvere la questione spero una volta per tutte (a noi scegliere da che parte stare).

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