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Gli italiani hanno cambiato radicalmente giudizio sull’Europa

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Fa davvero impressione leggere il sondaggio sul giudizio dato all’Europa dagli italiani pubblicato oggi. Solo il 30% degli intervistati dà un giudizio “positivo o molto positivo” mentre danno un giudizio “negativo o molto negativo” il 62% degli intervistati. Eppure per decenni questo paese è stato quello più euroentusiasta di tutto il continente europeo. Cosa sarà cambiato?

di Giuseppe Masala

Se ascolterete i giornalisti della stampa mainstream vi diranno che è colpa delle fake news spacciate da Putin, di una massa di spostati che si battono contro la Ue che tanto bene ci ha fatto; o dell’emersione di forze politiche populiste e criptofasciste e via discorrendo.
Se ascolterete chi si batte contro la UE, certamente con povere armi come i siti indipendenti e i post sui social, dirà che finalmente la verità sta emergendo e cose di questo genere.

E’ più che probabile che la verità non sia né l’una né l’altra. Le persone ragionano con la propria testa e guardano l’evidenza dei fatti (ognuno con i propri limiti cognitivi e culturali, ovviamente), mentre gli strumenti di comunicazione spostano solo l’opinione di un numero limitato di persone. L’altro 80% forma la propria opinione sulla memoria, su ciò che trenta anni fa Ciampi e Prodi ci promettevano grazie alla nascita dell’Europa.

La gente ha tollerato, ha sopportato, ha accettato ogni sorta di sacrificio richiesto per decenni, coltivando la speranza. Dopo trenta anni, la sensazione è che semplicemente le persone abbiano realizzato come qualcosa non quadri. E questo qualcosa, attenzione, non l’hanno realizzato leggendo quello che viene scritto sui social o sui giornali, ma più prosaicamente sulla propria pelle.

Parliamo di povertà dilagante, pubblica amministrazione allo sfacelo, welfare state poverissimo, infrastrutture cadenti, scuola e università abbandonate alla buona volontà dei singoli. Dov’è l’Europa che avevano promesso Ciampi e Prodi? Non c’è e questo la gente lo vede. Certo, non è tutta colpa dell’Europa, siamo onesti, ma diciamo altrettanto chiaramente un’altra cosa: l’Europa ha colpe gravi in questa situazione.

La gente vede solo un meccanismo disciplinare contabile incomprensibile, fatto di due assurdi parametri come quello deficit/pil e debito/pil. Lasciamo perdere che è sbagliato alla radice, perché non considera requisiti fondamentali quali il “debito privato” e il “debito estero”, dunque favorendo alcuni e danneggiando altri; se la gente capisse questo i palazzi dell’Europa sarebbero già in fiamme.

L’Eu ha innanzitutto la responsabilità di non essere riuscita a darsi una spinta ideale a cui tendere. Quella spinta che gli stati nazionali hanno ed è data dalle loro costituzioni. Un conto è dire “(…) è una Repubblica Democratica fondata sul Lavoro” un conto è dire “Deficit/pil < 2%”. Un conto è dire “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale” un conto è dire abbiamo il Nairu, “Non-Accelerating Inflation Rate of Unemployment”.

E per fortuna che la gente non sa che Nairu significa che un oscuro burocrate europeo seduto a Bruxelles stabilisce a tavolino quante persone in Italia devono rimanere disoccupate, emigrare o vivere nelle ristrettezze economiche. Se la gente lo capisse, chissà come andrebbe a finire. Ecco, la “vera verità”, è che la gente nella stragrande maggioranza ha capito sulla propria pelle. E ha detto basta.

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