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Mattarella rifiuta Savona e accetta Di Maio: l’incompetenza che piace al Quirinale

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Chi scrive sta vivendo i momenti di formazione del Governo giallofucsia con sentimenti che vanno dalla nausea all’orrore.

di Gabriele Tebaldi

Il disgusto è però suscitato non già dalle penose ragioni reali che stanno portando alla formazione di questa sgangherata maggioranza: ci sono i mutui accesi dai parlamentari grillini a garanzia di quest’esecutivo, c’è la paura fottuta di perdere milioni di voti alle prossime elezioni e c’è un sentimento di servile ubbidienza verso istituzioni sovranazionali che mal sopportavano un contratto di governo anomalo, pur moderatamente euroscettico.

Nausea e disgusto sono dunque i sentimenti che animano questa penna nel comprendere le ragioni squallidamente materiali e così sfacciatamente visibili dietro la formazione di un Conte bis (per dire, il premier che qualche settimana fa firmava con piena responsabilità il decreto sicurezza bis e oggi cambia completamente paradigma circa la gestione dei flussi migratori).

Peggio della nausea c’è però l’orrore

E ciò che crea orrore in chi scrive è quella schiera di persone, mica pochi, che stanno intonando peana in onore del nuovo totem della “moderazione”: ovvero il beneamato Presidente della Repubblica. Sergio Mattarella ha infatto guadagnato in maniera pressoché trasversale la nomea di “saggio”, “competente” e “salvatore della patria”. Insomma secondo la vulgata, il Quirinale sarebbe occupato da un deus ex machina capace di traghettare il nostro Paese in un futuro più roseo di quanto si possa immaginare.

Chi scrive è convinto invece che tale massa lodante sia rimasta inspiegabilmente vittima di un’ipnosi collettiva incapace di dare una lucida ed imparziale analisi di giudizio sull’operato del nostro Presidente della Repubblica. Una sindrome che colpisce peraltro spesso gli italiani nel giudicare alcune personalità. Romano Prodi gode per esempio di una discreta fama, nonostante abbia contribuito alla svendita e successivo fallimento di gran parte dei gioielli di Stato e nonostante abbia premuto in maniera decisiva l’acceleratore sulle privatizzazioni. Se le autostrade sono finite in mano ai Benetton con le tragiche conseguenze annesse è anche per merito di Prodi. Eppure il professore bolognese vivacchia tranquillo nei ricordi degli italiani.

Mattarella insieme a Prodi

Stessa sorte

toccherà probabilmente all’attuale Presidente della Repubblica che, come disse Massimo Fini, era stato finora un anonimo esponente della prima Repubblica. Eletto al Quirinale come fine conoscitore del diritto costituzionale si è reso protagonista di un imbarazzante unicum della storia repubblicana italiana: la bocciatura di un Ministro a causa delle sue idee di politica economica (Paolo Savona). Non stiamo parlando di un apologeta del nazismo che sarebbe dovuto sedersi al ministero delle pari opportunità, ma di un economista, professore universitario, rinomato in tutto il mondo e già ministro della Prima Repubblica, bocciato per le sue posizioni euroscettiche.

Mattarella per giustificare quella scelta ingiustificabile sotto ogni profilo giuridico, invocò la tutela dei risparmi degli italiani e la fedeltà dell’Italia all’Unione europea. Ecco, quello stesso Presidente oggi accetta la formazione di un Governo composto da due fazioni politiche che fino al mese prima concorrevano per l’estinzione dell’altro. In tal caso non sarebbe stato legittimo per un Presidente della Repubblica opporsi ad un simile gioco di poltrone per la tutela dell’onore e della dignità dei cittadini italiani? (i risparmi contano forse più che questi valori?).

Lo stesso Presidente della Repubblica

ha poi accettato come Primo Ministro una persona che fino a poche settimane prima appoggiava in toto la politica migratoria del Ministero degli Interni, mentre ora lo stesso Primo Ministro, con la fiducia di Mattarella, ottiene la maggioranza grazie ad un partito che intende smontare tutto quanto firmato dallo stesso premier sul tema migratorio.

Infine, lo stesso Presidente della Repubblica ha firmato una lista dei ministri in cui alla casella Esteri è associato il nome di Luigi Di Maio. Una persona che non conosce l’inglese, crede che la Russia sia una potenza mediterranea, descrive la Francia come democrazia millenaria ed è convinto che il Presidente cinese si chiami “Ping”. Chi scrive, ora pone una domanda agli adulatori di Mattarella: come diamine potete chiamare saggio e competente un Presidente che rifiuta categoricamente Paolo Savona all’Economia, mentre accetta senza batter ciglio il peggior inciucio della storia repubblicana insieme alla persona meno adatta a ricoprire un incarico delicato e di responsabilità come il ministero degli Esteri?

Chi scrive è convinto invece che tutto questo possa essere stato permesso solo grazie alla presenza del peggior Presidente della Repubblica che l’Italia abbia mai avuto e che potesse avere in questo preciso momento storico.

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Di Gabriele Tebaldi

Classe 1990, giornalista pubblicista, collabora con Elzeviro dal 2011, quando la testata ha preso la conformazione attuale. Laurea e master in ambito di scienze politiche e internazionali. Ha vissuto in Palestina, Costa d'Avorio, Tanzania e Tunisia.

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