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L’assassino dell’Opera è tornato

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di Andrea Zhok

Franceschini is back

Nella gioiosa confusione che ha seguito la formazione del nuovo governo ci siamo dimenticati di congratularci per la scelta di Dario Franceschini al Ministero dei Beni Artistici e Culturali.

Franceschini, oltre ad essere probabilmente la figura del PD di maggior rilievo nel governo, è un ministro che potrà giovarsi di una solida esperienza pregressa, avendo già ricoperto la stessa carica sotto i governi Renzi e Gentiloni (2014-2018).

Franceschini rimane nei cuori di tutti gli addetti del settore per aver promosso una simpatica attività di demolizione dei teatri lirici.

Con il Nuovo Codice dello Spettacolo, del 2016, Franceschini ha poi promosso un’esternalizzazione della maggior parte di cori, orchestre e ballerini, precarizzando un intero settore.

Lo stesso Franceschini è stato il promotore del celebre ‘algoritmo‘ per computare chi fosse degno di ottenere fondi statali, e che ha tagliato i fondi a 2/3 delle attività musicali italiane, condannandone alla chiusura oltre 60. Incidentalmente l’algoritmo è stato sospeso successivamente dal Tar del Lazio per errori formali, lasciando il settore in un caos ancora maggiore, in quanto sono stati bloccati i fondi stanziati su quella base senza che fondi alternativi fossero messi a disposizione.

Alle decisioni di Franceschini sono seguite proteste di piazza e dimissioni a catena di responsabili culturali, di enti lirici e ministeriali.

Non soddisfatto di tali gesta il ministro Franceschini prima versione si è reso protagonista di una meravigliosa iniziativa ancor oggi ricordata con commozione: in occasione della manifestazione “Notti al museo“, ha emanato un bando nazionale in cui si offriva agli artisti di lavorare gratis, con spese a carico proprio, il tutto compensato, naturalmente, dal potersi esibire in “luoghi di eccellenza della cultura”.

Ecco, non si pensi che ci sia da parte nostra alcun pregiudizio nei confronti del neo ministro Franceschini.

Infatti siamo tutti certi che sia stato lui stesso ad insistere per riottenere quel posto.
Non abbiamo dubbi che il neoministro sia infatti in cerca di una seconda occasione, per rimediare ai risultati catastrofici della sua prima performance ministeriale, e per emendare il suo nome, che ancor oggi circola nei corridoi di teatri e conservatori come un soffio gelido.

Lo attendiamo tutti fiduciosamente alla prova dei fatti.

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