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L’Ilva è stata affossata da Arcelor-Mittal

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Lascia davvero esterrefatti leggere dell’ispezione in corso della Guardia di Finanza all’Ilva.

Autore: Giuseppe Masala

Da quello che si apprende proprio sull’Ilva, i militari starebbero indagando sul fatto che l’azienda comprasse a prezzi maggiorati le materie prime di lavorazione (non è chiaro se attraverso intermediari situati in paradisi fiscali, chiaro segno questo della costituzione di fondi neri) e svendeva il prodotto finito a prezzi stracciati ad aziende del gruppo Arcelor-Mittal.

Sulla scorta di queste sole notizie credo che il Governo dovrebbe interrompere qualsiasi contatto con l’azienda franco-indiana perché non ci sono le condizioni minime per parlare. Uno Stato democratico non parla con dei banditi.

Bisognerebbe aprire oltretutto una riflessione più amplia,

innanzitutto sulla qualità dell’informazione fornita dai nostri mass media che da giorni urlano che l’Ilva non si può nazionalizzare “perché perde soldi”. Bene, ora sappiamo perché perde soldi: non perché non crei valore aggiunto, ma perché il management agiva affinché nel bilancio questo valore aggiunto non fosse posto in evidenza come imposto dal Codice Civile e dalle leggi Tributarie (sto usando un garbato eufemismo).

Qualunque ragioniere sa che soprattutto quando si parla di grosse aziende, collegate a grandi gruppi che sono dei reticoli di società, si generano dei trasferimenti infra-gruppo la cui contabilizzazione nei libri lascia il tempo che trova. Sarebbe bene che i giornalisti prima di parlare a vanvera di perdite si informassero in tema di contabilità perché i bilanci non sono le tavole della legge del Monte Sinai.

Altro tema fondamentale sul quale bisognerebbe riflettere, partendo dal caso Ilva, è l’attività dei troppo mitizzati “investitori internazionali“,

troppo spesso dei banditi dediti al saccheggio del tessuto industriale italiano (e speriamo non finanziario, visto che ormai gli stranieri hanno messo sotto assedio le nostre banche).

Infine bisogna domandarsi che cavolo fanno i nostri politici. Per esempio chi ha ceduto l’Ilva a dei banditi stranieri (tali sono) sono degli sprovveduti o c’è dell’altro? Da strani scambi di battute tra chi all’epoca gestì la gara (Renzi e Calenda) il sospetto è legittimo.

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Di Lorenzo Franzoni

Nato nel 1994 a Castiglione delle Stiviere, mantovano di origine e trentino di adozione, si è laureato dapprima in Filosofia e poi in Scienze Storiche all'Università degli Studi di Trento. Nella sua tesi ha trattato dei rapporti italo-libici e delle azioni internazionali di Gheddafi durante il primo decennio al potere del Rais di Sirte, visti e narrati dai quotidiani italiani. La passione per il giornalismo si è fortificata in questo contesto: ha un'inclinazione per le tematiche di politica interna ed estera, per le questioni culturali in generale e per la macroeconomia. Oltre che con Elzeviro.eu, collabora con il progetto editoriale Oltre la Linea dal 2018 e con InsideOver - progetto de il Giornale - dal 2019.

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