Per quelli che non credono nelle nuove generazioni, una prova di dedizione per ciò in cui si crede sono gli Eugenio in via di gioia, un gruppo musicale indie nato tra le vie di Torino.
di Giulia Valentini
E bene sì. Gli Eugenio nascono proprio per strada, suonando tra la gente, nelle piazze, per sentire ancora più vicino il loro pubblico. Non si avvalgono di scorciatoie, reality o programmi musicali per farsi conoscere: costruiscono la loro fama con un rapporto diretto.
Il gruppo ha fatto parlare di sé sui media nazionali
per aver suonato su un vagone di seconda classe in un treno Italo, tratta Roma-Torino (in ritardo di 6 ore), avvalendosi di un tavolino come percussione. Oltre ai loro successi come artisti di strada, li abbiamo visti partecipare al concertone del primo maggio, allo sciopero globale del clima, ma soprattutto sui palchi d’Italia con il loro primo “raduno nazionale in via di gioia”, sold-out anche grazie al loro ultimo album “Natura Viva”.
Ma ciò che realmente rende gli Eugenio in via di gioia unici nel loro genere, è l’accortezza con la quale, nei loro testi, mostrano una realtà che non gli appartiene, che non amano. Si tratta di una denuncia al mondo d’oggi, non fine a sé stessa, bensì un punto di partenza per cambiare le cose.
Uno dei singoli più significativi
del gruppo è sicuramente TSUNAMI, con il quale si aggiudicano un posto tra i venti finalisti di Sanremo giovani.
Il pezzo calza a pennello con il periodo storico attuale:
“Tsunami sono le notizie che tutti i giorni ci inondano la testa e ci fanno sentire impotenti e inermi. […] Tsunami possono essere tutte le persone che se si mettono in ballo cambiano la direzione del vento”.
Sembra quasi che gli Eugenio abbiano previsto la tragedia avvenuta pochi giorni fa a Venezia.
Impotente e inerme è l’Italia
in questa situazione così delicata, impotenti e inermi sono gli abitanti di Venezia, che hanno visto un’ondata portare via tutti i loro sacrifici, i loro progetti. Vite distrutte da disastri incontrollabili, o che forse potevano essere controllati, ma la differenza la fanno appunto le persone, “che si mettono in ballo cambiando la direzione del vento”.
Un forte spunto di riflessione quindi, per iniziare l’imminente 2020 con la consapevolezza che per cambiare le cose bisogna riflettere, ragionare ma soprattutto agire.