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Su Il Foglio elogiano Erdogan: il giornalismo italiano è davvero alla frutta

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Succede che su Il Foglio, giornale diretto da Mario Cerasa, compaia un articolo in bella mostra con il seguente titolo:

Ha ragione Erdogan.

di Gabriele Tebaldi

Il titolo shock apparso su Il Foglio

Semplice provocazione giornalistica? In realtà leggendo il pezzo di Daniele Raineri si comprende come il giornalista sia convintamente sostenitore della strategia politica del despota turco Erdogan, che sta ricattando l’Europa con la minaccia di aprire i confini ai profughi transitanti nella sua terra.

La penna del Foglio sostiene infatti che la colpa della possibile crisi migratoria non sia da attribuire ad Erdogan, bensì al Presidente siriano Bashar al Assad che avrebbe intrapreso una sconsiderata campagna militare per la conquista di Idlib.

Colpisce il completo capovolgimento della realtà

operato dal giornalista del Foglio rispetto alle dinamiche della guerra civile siriana ancora in corso, nonché l’omissione manifesta di fatti indispensabili per descrivere il conflitto in atto tra Turchia e Siria, con la Russia nel mezzo. La penna del Foglio dimentica per esempio di riferire ai suoi lettori che la città di Idlib è (ancora) parte del territorio della Siria e che, ivi, la massiccia presenza militare turca non trova alcun tipo di giustificazione da un punto di vista del diritto internazionale.

Diritto che dovrebbe essere la prima fonte di ispirazione per i giornalisti che vogliono esprimere una loro opinione in merito a questioni di geopolitica.

Esercito turco ad Idlib, presente in Siria contro il diritto internazionale

Constata l’illegittimità della presenza turca in terra siriana

che sarebbe più opportuno riconoscere con il termine di “aggressione”, bisogna notare come il giornalista del Foglio faccia una rivisitazione del tutto personale sulla nazionalità dei profughi presenti in Turchia.

Secondo il Raineri i profughi sarebbero tutti siriani, quando invece dalla Turchia passano tutti i profughi del Medio Oriente, e quindi oltre ai siriani anche iracheni e afghani.

Eh già, proprio i profughi di due nazioni, Iraq e Afghanistan, distrutte e collassate dopo la tentata esportazione missilistica della democrazia da parte degli Stati Uniti. Interventi che occorre dire sono stati applauditi proprio sulle pagine de Il Foglio, quando il comunista pentito Giuliano Ferrara dava in omaggio la bandiera a stelle e strisce insieme alle copie del quotidiano ed elogiava Bush jr come miglior Presidente della storia americana.

Qualche milione di morti dopo quegli sciagurati interventi

che hanno causato oltretutto la nascita e l’affermarsi dell’Isis, il Foglio sembra non aver capito la lezione della storia. Nell’articolo di Raineri si percepisce infatti una certa dose di frustrazione nel non aver visto l’occidente capace di riprodurre il modello Iraq-Afghanistan anche per la Siria. Assad viene dipinto come “torturatore” e “bombardiere” a cui interessa “riprendersi il territorio e non la popolazione”. Eppure, checché ne dicano Raineri e Cerasa, esiste una Siria al di fuori di Idlib, che lentamente si sta riprendendo dopo nove anni di conflitto interno. Alcune immagini testimoniano quanto possa essere fuori strada l’opinione di un giornale di media tiratura italiana rispetto alla realtà di un Paese complesso come la Siria.

Cittadini siriani a Damasco durante l’ultimo Natale testimoniano l’esistenza di un’altra Siria

(Nel video il fondatore de Il Foglio Giuliano Ferrara annuncia la vittoria americana in Iraq. Video girato nel giugno 2014, poche settimane prima della nascita dello Stato Islamico in Iraq).

La figura di Bashar al Assad può essere oggetto di svariate interpretazioni, tuttavia arrivare ad elogiare Erdogan pur di criticare il Presidente siriano è un tentativo che va ben oltre i limiti della ragionevolezza.

 

 

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