Il capitale – non mi stancherò di ribadirlo – non vuole integrare i migranti. Vuole, invece, disintegrare i non-ancora-migranti.
di Diego Fusaro
Non vuole cittadini radicati, attivi, con diritti. Vuole masse di schiavi apolidi, senza radici e senza stabilità lavorativa, etica ed esistenziale.
Ci vuole tutti migranti e precari, disponibili per le pratiche della valorizzazione illimitata del valore. Ed è in quest’ottica esiziale che deve essere letto il famigerato ius soli: con esso, si diventa tutti egualmente cittadini. Senza distinzioni.
L’apice della uguaglianza, si potrebbe pensare
Ma il capitale conosce solo l’uguaglianza dell’irrilevanza, come la chiamava Hegel. Ossia ci rende tutti eguali nel senso di tutti egualmente irrilevanti.
Chiama privilegi i diritti: per poterli distruggere in nome della lotta ai privilegi (vi ricorda qualcosa la rimozione dell’articolo 18?). Ed ecco lo ius soli: la cui ratio si compendia nel noto detto spagnuolo “todos caballeros”, dove ovviamente se sono tutti “caballeros”, nessuno è veramente “caballero”. Dire che si è tutti cittadini è il modo per annullare il concetto stesso di cittadinanza.