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Due euro all’ora per lavorare dai cinesi

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La condizione lavorativa di una giovane laureata in quel di Catania dovrebbe aprire una discussione ai livelli istituzionali più alti.

CATANIA – Sulle cronache si legge della miserabile paga oraria di due euro elargita a Catania da commercianti cinesi ad una giovane laureata italiana che, spinta dalla necessità, ha dovuto subire questa umiliante vergogna. La vicenda è venuta a galla poiché i commercianti vendevano merce non conforme alle norme di sicurezza.

Il sequestro

Polizia di Stato e Polizia locale hanno infatti sequestrato, a seguito di un controllo effettuato in un negozio ubicato in Viale Vittorio Veneto numerosi prodotti. Tra di essi, circa quattrocento giocattoli che erano destinati alla vendita, ma privi del marchio CE. L’utilizzo di merce siffatta potrebbe essere pericoloso o letale per i bambini. A ciò si aggiungano pure centoquaranta prodotti per la casa con allaccio elettrico a bassa tensione 150 accendini totalmente privi del dispositivo di sicurezza, nonché del solito marchio CE.

La denuncia

Addirittura la signorina potrebbe quasi dirsi fortunata perché, in uno dei tanti  (call center) disseminati in Italia,la paga oraria saltata fuori (dopo pretestuose trattenute) di una operatrice ha raggiunto il record negativo italiano di ben 33 centesimi per ogni ora “lavorata”! Il commerciante è stato denunciato per sfruttamento del lavoro: la ragazza, senza uno straccio di regolare contratto di lavoro, lavorava dalle 8.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 20.30, il tutto per la cifra irrisoria di venti euro. La denuncia, come se non bastasse,  inerisce pure l’insalubrità del luogo di lavoro, anche se sarebbe più corretto dire luogo di sfruttamento.

Come mai i giovani non lottano più per i loro diritti?

Per favore, non è certo diretto alle signorine interessate quanto si sintetizza di seguito in materia di sfruttamento e “riduzione in schiavitù”… è invece una riflessione “generale” che riguarda tutte le fasce di età, ma i giovani per primi, perché loro sono (per grandi numeri, ovviamente) protagonisti e vittime di questa realtà: occorre chiedersi perché i giovani accettino di tutto (dai vari governi) nel peggioramento della loro condizione e senza il minimo segno di reazione!

Dovrebbero tentare di rivoltarsi come fecero con grandi lotte i loro nonni, per ottenere almeno quel minimo che (sempre i nonni) hanno ancora oggi; lasciandoci a volte pure la pelle! Ovviamente tutti noi (anziani), sindacati svenduti in testa, abbiamo la colpa di non aver saputo trasmettere questa capacità di lotta, ma non è mai troppo tardi per capire che, piegandosi supinamente, si potrà (forse) sopravvivere, ma perdendo qualunque possibilità di un futuro migliore per se stessi ed i propri figli.
Ammesso se ne possano avere non avendo prospettive!

@V_Mannello

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