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La selfite, la malattia dell’era digitale

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Esisteva già da tempo tale pratica auto celebrativa, ma finora era rimasta appannaggio di bimbe e bimbiminkia nell’angusto spazio del proprio bagno, tra lo specchio e il muro piastrellato. Lingua di fuori o labbra arricciate condite con improponibili tagli di capelli o occhiali alla “cicalona” (come si direbbe dalle parti del Colosseo). Erano queste le foto che impazzavano già dieci anni fa su socials quali Netlog e Badoo. La moda del seflie è tornata ora più prepotente che mai su Facebook, Twitter e Instagram.

Vip, calciatori e politici hanno aperto le strade all’ultima moda dell’era digitale. Selfie pre-party, selfie-in-party, selfie-after-party, selfie-after-sex, c’è proprio di tutto. Ora, proprio sulla scia di altre malattie dell’era moderna come lo shopping compulsivo, è stata classificata da un centro di ricerca americano la cosiddetta “Selfite“.

Una psicosi che interverrebbe sulle menti in cerca di autostima e celebrazione da parte di comunità virtuali, insomma sugli insicuri. Se vi scattate meno di 3 selfie al giorno state tranquilli, non siete dei disturbati. Se ve ne fate 3 al giorno e almeno uno lo condividete su internet vuol dire che siete al confine tra la normalità e la psicosi. Con più di 3 selfie al giorno dovete cercarvi uno specialista, subito.

Quindi per non correre il rischio di vedere la HomePage di Facebook invasa da selfisti incamiciati di forza conviene ritornare a quelle belle fotografie di gruppo, tipiche dell’era della macchinetta “usa e getta”

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Di Redazione Elzeviro.eu

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