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Il vaccino frettoloso è una pezza peggiore del buco

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La consapevolezza di oggi è che siamo troppi sulla Terra: non possiamo sopravvivere tutti schiacciati gli uni sugli altri. Quindi, la soluzione accettata da OMS e resto del mondo è prima il Covid, poi un vaccino (sperando che non faccia ancora peggio).

L’Unione Europea aveva appena siglato un accordo per centinaia di milioni di dosi con il gruppo farmaceutico AstraZeneca. Sede della sperimentazione: la prestigiosa università di Oxford.

Era un cavallo vincente, il capo delle emergenze sanitarie dell’OMS, Mike Ryan, a Luglio aveva affermato: “È davvero grande vedere questi dati, e noi ci congratuliamo con i colleghi di Oxford University, di AstraZeneca. Questi vaccini non hanno provocato seri effetti collaterali e hanno generato anticorpi neutralizzanti”.

Le ultime parole famose.

Tutti i soldi, che sono nostri – e non una gentile concessione di Ursula von der Leyen – sono stati sprecati in un vaccino frettoloso che doveva essere inoculato alla massa entro fine 2020. Perché questo non accadrà?

Sperimentazione sospesa, un volontario si ritrova con una sindrome infiammatoria alla spina dorsale. E’ opportuno non scordarci che se questo piano fosse arrivato a compimento, l’UE avrebbe sollevato le case farmaceutiche da ogni responsabilità civile e penale in caso di danni fisici.

Ora ci si chiede cosa accadrà e quali potranno essere le conseguenze. Bisogna forse cercare di studiare più approfonditamente il Covid-19, così da trovare delle cure e smetterla di intubare tutti, quando ormai è troppo tardi. Magari potrebbe essere una soluzione non puntare tutto su un magico vaccino, promettendo addirittura che arriverà il più presto possibile.

Che riflessioni stupide. Viviamo di fronte ad un informazione martellante su bollettini, casi in più e terapie intensive. Siamo circondati da una stampa assillante e dalla censura di qualsiasi dissidente (poco importa il merito della critica). Quindi la soluzione è sicuramente un’altra: finché il mondo vivrà nella paura, il vaccino sarà l’unica soluzione.

Resta, a questo punto, una fatidica domanda: rischiare di vivere fuori casa, con contagi in aumento, oppure aspettare rintanati un vaccino. Auspicando che quest’ultimo non sia figlio di un processo sbrigativo e che non generi la proverbiale pezza peggiore del buco.

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Di Arianna

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