Oggi si commemora il novantennale della nascita di Marco Pannella. Fatto salvo il sacrosanto rispetto per la persona, posso dire che l’idea di Italia per la quale si è battuto per me rappresenta esattamente ciò che io avrei voluto mai diventasse.
di Giuseppe Masala
Un’Italia fondata sull’individualismo e sull’edonismo al limite del nichilismo. Un’Italia con un ordinamento giuridico incentrato su quelli che sono i cosiddetti Diritti Civili.
Un’Italia liberal-liberista, dove gli animal spirits dei più forti – e dunque dei più ricchi – impongono quel darwinismo sociale che le élites ci hanno fatto credere si chiami Meritocrazia.
Vista l’Italia di oggi
Marco Pannella ha vinto e dunque è giusto ricordarlo come Padre della Patria, Padre di questa Seconda Repubblica. Io sto con i perdenti, io sto con la Prima. Quella di De Gasperi e di Terracini, quella di Gramsci e di Pasolini.
E proprio con le parole di Pasolini voglio commemorare anche io Marco Pannella.
Lo spirito, la dignità mondana,
l’intelligente arrivismo, l’eleganza,
l’abito all’inglese e la battuta francese,
il giudizio tanto più duro quanto più liberale,
la sostituzione della ragione alla pietà,
la vita come scommessa da perdere da signori,
vi hanno impedito di sapere chi siete:
coscienze serve della norma e del capitale.
Pier Paolo Pasolini, Le ragioni del mio tempo (1961), Ad alcuni Radicali.