Per l’ennesima volta, le forze politiche e le testate che gravitano attorno all’orbita liberale stanno usando il presunto “allarme nero” come tecnica per eludere un dibattito ben più attuale: quello sull’inidoneità dei sindacati.
di Antonio Di Siena
Ha perfettamente ragione chi, rievocando episodi di un passato ben più caldo del presente, ricorda quando fu il Movimento del ‘77 a cacciare a sassate l’allora segretario CGIL Luciano Lama. Fra l’altro in uno scenario, quello della Sapienza, in cui campeggiava un bel pupazzo che pendeva da una forca. Oppure quando furono le BR ad ammazzare brutalmente Guido Rossa, anche lui sindacalista della CGIL.
Il fatto che Forza Nuova tenti di egemonizzare la protesta contro il greenpass, o cerchi di dirigere l’assalto al sindacato, non sposta di un millimetro la questione centrale: le enormi responsabilità dei sindacati confederati rispetto a quanto accaduto in questi anni in un mondo del lavoro sempre più brutalmente ricattato e svilito.
Condizione ormai evidentissima – soprattutto a quei lavoratori che soffrono in prima persona tutte le storture delle politiche messe in atto da due decenni a questa parte – sottolineata dalla convocazione della “manifestazione antifascista”. Come se l’unico pericolo fosse ancora una volta quello.
E non gli oltre 800 morti sul lavoro nei primi dieci mesi dell’anno, il lavoro sottopagato, lo sfruttamento dei precari e ciliegina sulla torta milioni di lavoratori che rischiano di restare tre mesi a casa senza stipendio perché non vogliono farsi somministrare un vaccino non obbligatorio.
Anche perché quella è gente che, per quanto faccia comodo etichettarla come popolino ignorante, ha occhi per vedere la CGT francese scendere in strada al fianco dei lavoratori contro il greenpass. Ed ecco che fa comodo evocare il pericolo fascista.
Così facendo si nascondono le proprie gigantesche mancanze nei confronti di piazze che sinistra e sindacati non riescono più a riempire manco se pagano pullman e pranzo al sacco. Certo, lì davanti i fascisti c’erano per davvero.
E serve davvero a poco sostenere che se non fossero stati veramente fascisti avrebbero assaltato la sede di Confindustria e non la CGIL. Perché questo presupporrebbe l’esistenza di una coscienza politica e di classe che di fatto non esiste più. Anche (o soprattutto) per responsabilità dei sindacati e dei partiti di sinistra.
Quella che sta andando in scena in queste ore è la pura rabbia sociale di una massa informe di gente esasperata che, a torto o a ragione, finisce per prendersela con chiunque gli capiti a tiro. In primis con chi avrebbe dovuto tutelarla. Rabbia cieca e irrazionale esattamente come sempre avviene in ogni rivoluzione popolare e spontanea.