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Piemonte fuori dai giochi, forse meglio così

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Il Piemonte è l’incredibile escluso di questa formazione di Governo di larghe intese. Se si esclude il neoministro degli Affari Esteri Emma Bonino, piemontese d’origine ma non rappresentativa della regione, è impossibile ravvisare una poltrona, poltroncina o sedia conquistata da un piemontese in quel di Roma. Nemmeno un sottosegretario è, infatti, subalpino. Considerando che la politica piemontese è nel vortice degli avvisi di garanzia spiccati dalla procura alla quasi totalità del Consiglio regionale, considerando che le lotte di potere all’interno dei due maggiori partiti (Pd e Pdl) dilaniano l’idea di compattezza ed unità della politica piemontese, forse è meglio così.

Sfumata l’idea di onestà, dalla politica piemontese non ci si attendeva certo che balenasse all’orizzonte quello dell’amicizia: si consideri ad esempio il Pdl, ove Ghigo (ex governatore ed ex senatore) a livello regionale, Tronzano a livello comunale torinese e molti altri insorgono quali paladini di una territorialità che non è stata invece parametro di scelta per l’assegnazione degli incarichi di governo. La competenza, spiega invece il giornale della sinistra Repubblica, sarebbe stato il parametro per l’assunzione degli incarichi. Su questo punto vi sarebbe poi da ridire (si veda questo pezzo sull’ inadeguatezza di alcune nomine ministeriali) .

Il quotidiano Repubblica dimentica però di far parola delle faide piemontesi interne allo stesso Partito democratico di cui appare sempre più megafono e portavoce: un intero articolo è dedicato all’esclusione considerata eccellente del deputato Andrea Giorgis, già consigliere comunale nei Ds, poi marito della figlia del giurista Zagrebelsky, poi professore ordinario di diritto costituzionale in giovane età, poi consigliere regionale in quel consiglio regionale piemontese nell’occhio del ciclone ed infine deputato. Questa brillante e fulminea carriera sembra però essersi interrotta nella sua magnifica ascesa, poiché nonostante uno dei saggi, Luciano Violante, avesse suggerito a Letta il nome di Andrea Giorgis per qualche dicastero, o perlomeno per qualche poltrona minore… Niente, nisba. E’ stato inascoltato. La moglie di Fassino, Anna Maria Serafini, riporta Repubblica, si dice auspicasse a qualche seggiola a Roma, così come molti altri. La lista è eterna, ma nessuno è stato accontentato.

Evidentemente nel gioco delle trattative presentarsi così disuniti non ha giovato al Piemonte, né nell’orbita Pdl, né in quella Pd. Meglio così.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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