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I tre compari in festa

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Il primo maggio, festa del lavoro, abbiamo assistito alle solite stupidate dette da chi parla di lavoro, ma difende i vagabondi. Certamente le folle oceaniche non ci sono più il primo maggio, tranne che nelle piazze canterine, dove si attirano i giovani con canzoni, balli e sballi. Cosa c’entrano le canzoni col lavoro, nessuno è riuscito a spiegarlo, salvo invece spendere soldi che se diversamente utilizzati avrebbero un senso sociale.

Più occupazione e meno tasse, hanno gridato le triplici macchiette, Angeletti,Camusso e Bonanni. E’ duopo ricordare ai sindacati alcune cose. Nella Pubblica Amministrazione certamente ci sono seri e professionali lavoratori, ma ancor più sono i vagabondi: coloro che sono “fuori stanza” impegnati a fare la spesa, o peggio un altro lavoro. Coloro che timbrano o facendosi timbrare, pari sono, il tesserino vagano per la città affaccendati i lavori di diverso concetto . Questi gravano sui costi e sull’efficienza della PPAA.

Diciamola tutta: rubano lo stipendio. Quando al soffio delle ali di una farfalla, riduzione dei ministeriali, questi campioni dello stakanovismo, impavidi invocano il prepensionamento, come giusta garanzia della loro sopravvivenza. Nessuno invoca la stessa cosa per il privato, che bistrattato, in cassa integrazione se non licenziato ma vero finanziatore di tutti gli sperperi nazionali,col suo lavoro,con i suoi sacrifici e senza quelle tutele di intoccabilità che il pubblico ha, finiscono disperati per compiere gesti estremi, nei propri o altrui confronti. Pensiamo, ma sopratutto diciamo queste cose. Oggi, ci vuole coraggio, quello che manca ad una classe politica che vivendo non di idee, ma di consenso, questo ha paura di perdere.

Achille Altimari

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Di Redazione Elzeviro.eu

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