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Campo rom a Settimo: spalmare il degrado per mantenere il consenso?

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Gli abitanti di Settimo Torinese non saranno contenti di essere oggetto della delocalizzazione del degrado torinese: la notizia odierna è che un campo rom potrebbe presto insediarsi nella città a guida Pd.
Il sindaco Piddì Aldo Corgiat, nella foto (montaggio!) accanto al sindaco del debito Sergio Chiamparino, non pone veti concreti all’ipotesi, sempre più realistica, di spostare una buona parte dei nomadi insediatisi in Lungo Stura Lazio, costruendo una struttura che li renda stanziali a Settimo.
La Lega nord chiede al sindaco Corgiat di indire un referendum per tale (nefasta) ipotesi, poiché non si può unilateralmente, magari in base a accordi tra lo stesso partito (Pd) a Settimo e a Torino, spostare i nomadi e rispalmare il consenso politico-elettorale nella zona, di modo da non concentrare tutto il malessere in una zona, quella del lungo Stura, già piuttosto provata e risentita in questo senso.
Il sindaco Corgiat però si difende vagamente, dicendo che in città invece non si costituirà un campo rom, bensì si procederà ad un’integrazione con i nomadi; la questione però è sempre la stessa: la incapacità dei rom ad integrarsi e la loro naturale propensione all’aggregazione in campi, costituiti niente più che da baracche e baraccopoli destinate ad ampliarsi nel tempo, come dimostra la sterminata ed ormai incontrollabile bidonville di Lungo Stura Lazio.
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Di Redazione Elzeviro.eu

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