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Quali sono gli ipotetici scenari dopo la sentenza di Karlsruhe?

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Sulla sentenza di Karlsruhe ci sono tre ipotesi “basic” fondamentali

1) La Bce licenzia una determinazione del Consiglio dei Governatori in cui spiega come le operazioni di quantitative easing siano congrue e rispettose della proporzionalità (Capital Key). Poi questa delibera viene pubblicata e trasferita attraverso la Bundesbank prima al ministero delle finanze di Berlino e da questi al Bundestag per l’analisi. E’ chiaro che questa soluzione (anche se accolta dal Bundestag con un voto favorevole) sancirebbe la capitolazione di fatto della Bce al Bundestag di Berlino ledendone l’indipendenza.

2) La Bce non licenzia nessuna nuova determinazione e il Bundestag si accontenta delle sue minute con degli allegati resi pubblici, che attestino congruità e proporzionalità. Il parlamento tedesco accetta questa documentazione e ratifica con voto favorevole, di fatto, capitolando e di conseguenza ratificando il principio che la Costituzione e la Corte di Karlsruhe sono soggette alla preminenza del diritto europeo e alla Corte di Giustizia Europea (sulle materie comunitarie ovviamente).

3) La terza ipotesi è che si vada al muro contro muro, la Bce non emette alcuna determina e il Bundestag attenendosi rigorosamente a quanto disposto nella sentenza censura (o addirittura manco ne discuta) le operazioni della Bce; facendo così scattare la tagliola prevista per il 5 Agosto dalla sentenza che obbliga la Bundesbank ad uscire dalle operazioni e conseguentemente avviando la disintegrazione dell’Euro (che a quel punto sarebbe solo questione di tempo).

L’ipotesi “avanzata” e la pistola sul tavolo

Ma a ben guardare, a queste tre ipotesi – che potremmo definire basic – se ne aggiunge un’altra nascosta. Il diritto è ahinoi materia spinosa e nessuno pare aver colto questa possibilità più che plausibile: se il Bundestag approva “qualsiasi cosa” evitando che scatti la tagliola del 5 Agosto, ci sarà comunque un effetto politicamente e giuridicamente determinante dovuto ad una considerazione semplice: la sentenza del 5 Maggio è e sarà sempre valida ed efficace. Non è che una volta terminata questa fase essa scalerà nel dimenticatoio, sancendo la “salvezza dell’Euro” con un proverbiale lieto fine.

Il Bundestag sarà sempre obbligato a valutare le conformità delle operazioni della Bce alla Costituzione tedesca e a far valere l’obbligo di far uscire la Bundesbank dalle operazioni della BCE, qualora i principi costituzionali non fossero rispettati. Ciò comporta che il rappresentante della Bundesbank nella Bce avrebbe un’arma con la quale minacciare gli altri: basta il suo voto contrario al board dicendo che non è rispettata la Costituzione tedesca, per innescare un processo il quale, all’atto dei controlli ciclici del Bundestag (che ci saranno sempre fino a quando non cambia la Costituzione tedesca), non potrà che obbligare la Bundesbank a chiamarsi fuori.

E questo ovviamente gli altri componenti del Board della Bce lo saprebbero benissimo. Ciò significa che la Bundesbank si autoattribuisce un “diritto di veto” in seno alla Bce diventandone padrona anche contro la volontà di tutti gli altri. Il board della Bce avrà un dominus (la Bundesbank) e dei minus sotto ricatto perenne (tutti gli altri).

Insomma, a ben vedere, anche un accordicchio di qualsiasi tipo per salvare la baracca non eviterebbe questo effetto micidiale. La Bundesbank sul tavolo della Bce ha messo una pistola carica, che gli altri vedono benissimo.

 

di Giuseppe Masala

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