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I Paesi frugali non esistono e sono più indebitati e corrotti dell’Italia

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Comunque “Paesi Frugali” non si può proprio sentire.

di Andrea Zhok

Per chiarezza.
Il debito privato dei “paesi frugali” in rapporto al PIL è il seguente:

Austria 48,8%
Svezia 88,5%
Olanda 99,8 %
Danimarca 112%

Per un confronto l’Italia, il paese spendaccione per eccellenza, ha un debito privato al 40,5% del PIL.

Quindi “frugali” un tubo.

Nella fattispecie questi sono semplicemente differenti modelli di sviluppo in campo: quelli che prediligono il consumo a debito dei privati, rispetto a quelli che prediligono un indebitamento a supporto della spesa pubblica.

Il primo modello

è quello prediletto dall’ordinamento capitalistico perché, da un lato, accresce la dipendenza dal settore finanziario dei soggetti privati (più ricattabili), e dall’altro lato non corre il rischio di rafforzare il settore pubblico (cosa che può accadere in concomitanza con un accrescimento del debito pubblico, anche se non è detto accada: spesso il debito pubblico cresce solo per tappare i buchi creati dal settore privato, come nei salvataggi bancari.)

Dal punto di vista dei rischi per la stabilità dei sistemi finanziari gli eccessi del debito privato sono più, non meno, pericolosi dell’indebitamento pubblico.
Le due maggiori crisi finanziarie dell’ultimo secolo (1929 e 2007) sono state crisi del debito privato.

Non solo.
Il debito pubblico, diversamente da quello privato al consumo, può essere finanziato senza effettuare trasferimenti, con lo strumento della monetizzazione del debito (in modo non troppo diverso da come avviene già ora, con l’acquisto dei titoli di stato da parte della BCE).
L’unico vero “difetto” di questa procedura è che non fornisce sponde a capitali privati in cerca di una rendita.

Se poi proprio volessimo dedicarci all’attività

piuttosto sterile, di tradurre i giudizi di politica economica in giudizi ‘morali’ (tipo “frugalità”, “rigore”), beh, allora potremmo cominciare col ricordare che le maggiori frodi finanziarie, o i più grandi casi di riciclaggio di denaro illecito, negli ultimi decenni sono avvenuti proprio nei “paesi rigorosi e frugali”. Dalla Danske Bank in Danimarca, alla Swedbank AB in Svezia, all’austriaca Raiffeisen Bank International AG (tutte coinvolte nel riciclaggio di denaro russo).

O per limitarsi ai più frugali e rigorosi di tutti, gli olandesi.

Nel 2018 la banca olandese Rabobank ha accettato di pagare 369 milioni di dollari al governo statunitense dopo essersi dichiarata colpevole di riciclaggio di denaro sporco dal Messico.
A seguire la banca olandese Ing ha pagato una multa da 675 milioni di euro per attività criminali fra cui riciclaggio e corruzione.
Da settembre 2019 la banca olandese Abn Amro è indagata per riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo.

Parliamo

incidentalmente di quel paese che opera attivamente (col permesso delle autorità europee, ça va sans dire) come paradiso fiscale interno all’UE.
Ricordo ancora che, in parole semplici, un paradiso fiscale è quel luogo dove i tuoi evasori possono celare i soldi sottratti alle tue scuole e ai tuoi ospedali, ed è quel luogo la cui concorrenza fiscale al massimo ribasso strangola gli introiti della tua fiscalità.

Ecco, diciamolo senza rancore né astio, però diciamolo: questa rappresentazione delle cicale e delle formiche, delle virtù nordiche e dei vizi mediterranei, del settentrionale rigore frugale e della dissolutezza meridionale ha davvero, immensamente, rotto il razzo.

Davvero, Basta.

 

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