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Anpi: persa una buona occasione per tacere

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L’Anpi si permette di protestare nel giorno della memoria dei Martiri delle Foibe: forse sarebbe il caso che si vergognassero e si ritirassero dalla scena pubblica del Paese.

In Italia ci sono molte associazioni sia di carattere politico che culturale che giustamente vivono all’ombra del sacrosanto diritto di associazione vigente nel nostro paese, ognuna ovviamente concentrata sulla programmazione di eventi riguardanti i propri particolari interessi.

Tra tutte ce n’è però una in particolare,

ormai rappresentata quasi esclusivamente dai figli e dai nipoti di coloro che parteciparono alle bande armate partigiane, che, grazie alla collusione delle istituzioni, può permettersi ancora oggi di fare il bello e il cattivo tempo. Stiamo parlando dell’Associazione Nazione Partigiani più tristemente nota con la sigla “Anpi” che, dopo quasi ottant’anni di invadente e noiosa intromissione nella politica del nostro paese, meriterebbe di andarsene finalmente in pensione come merita con grande gioia e sollievo di molti Italiani.

Un’associazione che sembra fare da sempre della sua malafede intellettuale il “campo base” e lo strumento per pontificare ed ergersi a “paladina” delle cosiddette “libertà” post belliche.

La sua visione di quanto successo nell’ultimo conflitto mondiale è da sempre non solo manichea ma, come detto, in perfetta malafede e fa leva sull’ignoranza di chi quel conflitto non lo ha mai vissuto.  L’ennesima occasione, che l’Anpi ha sfruttato per farsi un pò di pubblicità, l’ha trovata nella circolare firmata dal capo del dipartimento del Ministero dell’Istruzione Stefano Versari che è stata diffusa nelle scuole italiane. Circolare che ha finito con lo scatenare la rabbia malevola degli ultimi cascami, ammesso che siano ancora vivi, della Resistenza Italiana.

Una rabbia e un livore causati dal fatto che la suddetta circolare, assai giustamente, compara il genocidio dei nostri connazionali da parte del criminale di guerra Tito e dei suoi scherani, a quello perpetrato nei confronti degli Ebrei e degli Armeni.

A questo punto, di fronte a tale e tanta malafede, non ci resta che ricordare come l’omertà nei confronti delle stragi dei comunisti  ma anche degli stessi partigiani nell’immediato dopoguerra, sia stata esclusivamente dettata dal frettoloso intento di nascondere le immense colpe e responsabilità del Comunismo.

Milan, 30 September 2018, "Red T-shirt" demonstration, organized by ANPI  (National Association of Italian Partisans) and other groups of Civil  Society. 25 thousand in Piazza del Duomo with the watchword "Zero  Intolerance"
L’ex Presidente della Camera Boldrini, ad una manifestazione ANPI

Oltre alle migliaia di vittime innocenti delle Foibe come non ricordare infatti anche  le centinaia, forse migliaia  di innocenti che  vennero trucidati tra la fine del conflitto e nei mesi immediatamente successivi in Italia e in special modo in quello che è stato definito  il “Triangolo rosso” dalla criminalità partigiana.

Tutto questo con l’avvallo dei governi e delle istituzioni di allora  ben pronti a far passare il principio totalmente manicheo che chi vince ha sempre ragione.

Ancora recentemente il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha in modo assolutamente non obiettivo detto che la storia non si cambia e che i valori di quella che pomposamente è stata chiamata Resistenza, sono quelli che, bontà sua, continuano a caratterizzare il nostro paese e la nostra Costituzione. Di fronte a tali affermazioni assolutamente “partigiane” nel senso retrivo del termine noi ci dissociamo totalmente visto che abbiamo una testa pensante e non siamo disposti a continuare a subire il lavaggio del cervello che è stato fatto a partire dai quarant’anni  della Prima Repubblica.

Ora dell’Anpi, diventata con il tempo una vera e propria lobbie di potere

all’ombra delle istituzioni che ovviamente glielo hanno permesso, francamente la stragrande maggioranza degli Italiani, sottoposti tra l’altro alla odiosa dittatura sanitaria,  ne farebbe volentieri a meno. E sarebbe ora che questi vecchi “mufloni” demagogici e privi di qualsiasi capacità di autocritica, magari  accompagnati dai loro stessi figli, ormai anche loro, irrimediabilmente  sull’orlo della pensione, se ne tornassero in santa pace nelle loro accoglienti rsa.

Almeno in quelle strutture potrebbero tranquillamente continuare, senza combinare altri guai, a fare la loro demagogica propaganda tra sedie a rotelle, letti ortopedici per invalidi, girelli e simili.  Siamo convinti che farebbero sicuramente meno danni, di quanti già non ne abbiano fatti, alle coscienze delle nuove generazioni.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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