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Renzi: un inserviente del governo Obama

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Mancano pochi giorni ai grandiosi festeggiamenti per la feste della “Liberazione“, quando in realtà pochi, pochissimi esperti riflettono sul fatto che l’Italia continui ad essere feudo di una potenza straniera. Non si tratta dei barbari nazifascisti, quelli sono stati uccisi dalle armi e dalla cultura sinistroida che li ha cancellati dai libri di storia.

Si tratta di coloro che approdarono nel 1943 in Sicilia in veste di “liberatori”, trovando sempre governi disposti ad umiliarsi pur di ottenere la loro benevolenza. Quest’anno l’Italia compie 70 anni di dipendenza dagli Stati Uniti. Un asservimento politico, ideologico, culturale, sociale ed economico, insomma gli states sono riusciti a pervadere in toto la nostra pura essenza. Inizialmente con l’obiettivo di impedire l’ascesa del Pci, in seguito per mantenere un potenziale concorrente economico in uno stato di schiavitù.

Il premier Renzi, ben collocandosi nella tradizionale usanza di genuflessione al presidente americano di turno, ha deciso di festeggiare questo settantennio di occupazione andando in visita a Washington. Il tour renziano è stato quello di un umile servitore che si reca dal padrone per prendere ordini, appuntarli meticolosamente e metterli in pratica non appena arrivato a casa. Obama ha infatti ordinato al suo vassallo di mantenere la linea dura contro la Russia e di conseguenza le sanzioni economiche (per colpa delle quali il nostro paese sta perdendo miliardi di euro); ha poi imposto al suo fedele vassallo di continuare l’impegno militare in Afghanistan (una guerra che dura da 14 anni).

Obama si è poi così comicamente espresso su Renzi: “Matteo è sulla strada giusta”. Considerando che il premier fiorentino è in carica, non eletto, da un anno e due mesi e ancora non ha saputo dare neanche uno straccio di riforma elettorale al paese, possiamo dire che Matteo è si sulla strada giusta, ma quella di buon servitore, sicuramente non del “politico capace” di crociana memoria.

Anche sulla questione libica Obama si è trovato perfettamente in linea, guarda caso, con il suo fido Renzi; dopo che gli stessi states hanno pianificato l’omicidio di un nostro importantissimo partner economico, Gheddafi, e hanno condannato la nostra ex colonia alla guerra civile dopo quasi un cinquantennio di stabilità sociale.

Il settantennio di vassallaggio porterà poi un nuovo possibile regalo: il famoso TTIP, o trattato transatlantico. Un subdolo trattato che aprirà totalmente le frontiere europee ai prodotti delle multinazionali americane, rendendo il nostro paese, se vogliamo, ancor più servo e colonia dell’impero americano. Renzi sta tessendo le losche trame di Obama con una precisione minuziosa, mentre da un anno parla di fumo agli italiani. Le ultime parole del premier italiano sull’immigrazione dimostrano la la pochezza dei contenuti: “L’Europa deve essere presente nella sponda sud del Mediterraneo per fermare le partenze dei migranti“, una retorica ripetuta da mesi che non solo non ha portato a nessun risultato (nonostante la presidenza italiana nello scorso semestre europeo), ma non considera il problema alla radice. Perché affermare che l’immigrazione è causata soprattutto dagli interventi militari occidentali e dalle armi vendute in questi scenari di guerra, vorrebbe dire ribellarsi al proprio padron Obama. Un gesto troppo coraggioso per un personaggio mediocre come Renzi.  

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Di Redazione Elzeviro.eu

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