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Fiorentina vittima del turn over: il Verona fa festa

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Quello del necessario turn over in occasione delle partite di coppa è uno di quei problemi che si possono risolvere solo se ti chiami Real MadridBarcellona o Bayern Monaco. Perché solo se hai un organico perfettamente intercambiabile e interamente all’altezza dei molti impegni stagionali allora puoi tranquillamente scambiare l’ordine dei fattori senza risentirne. Ma, appunto, per fare questo devi avere una panchina milionaria fatta di giocatori che devono essere tutti di primissimo livello. In Italia in queste condizioni c’è forse solo e soltanto la Juve: il resto si arrabatta come può. E tra il resto ci mettiamo pure la Fiorentina, un’ottima squadra se guardiamo le prime linee che diventa soltanto discreta ma anche vulnerabile se si scala sulle seconde e terze scelte.

Così è successo ieri sera contro un Verona concentrato e ben disposto in campo dalla sagacia di quel vecchio volpone di Mandorlini. La squadra che Montella ha dovuto mettere in campo non era quella a cui di solito siamo abituati. Nel primo tempo infatti sono rimasti in panchina i vari Gomez, Salah, Babacar in grado di trasformare la Viola in squadra di alta classifica. Ovviamente si potrà discutere da qui all’eternità sulla necessità del cambio e quant’altro: forse se Montella avesse messo subito in campo le prime scelte la gara avrebbe avuto un altro esito…forse, e forse avrebbe anche potuto rovinarsi il ritorno contro la Dinamo magari uscendo dall’Europa League. Quale di queste opzioni era quella buona? Difficile rispondere anche perché optare per una soluzione o per l’altra non ti da comunque la certezza matematica di centrare l’obiettivo. Di sicuro, come abbiamo già detto, 19 squadre su venti sono accomunate dal male comune di avere tutte una coperta abbastanza corta. E…su questa copertina tutte devono alla fine fare i dovuti conti.

Anche il Verona ce l’ha ovviamente corta ma non avendo altri impegni oltre al torneo nazionale può ogni volta, infortuni permettendo, concentrare tutta la potenza di fuoco disponibile giocando nel modo più congruo. E così ha fatto ieri con una gara attenta ma sempre pronto ad infilare in velocità la linea difensiva toscana non sempre impeccabile. Il Verona ha avuto la pazienza di reggere l’urto non sempre organizzato e razionale dei viola aspettando il momento opportuno per piazzare il colpo mortale. La Fiorentina dal canto suo ha sprecato tante occasioni in molte delle quali per la verità ci ha messo lo zampino il solito insuperabile San Rafael, una su tutte quella del rigore calciato da Diamanti. Rigore calciato neanche tanto male visto che il pallone è andato vicino al palo di sinistra ma Rafael con un guizzo prodigioso è riuscito a smanacciare fuori. Questo per le statistiche è il quarto rigore consecutivo sbagliato dai ragazzi di Montella: una maledizione o forse un condizionamento mentale sempre più conclamato.

Dopo tale scialo e nonostante il tardivo ingresso di Salah e di Babacar, uscito quasi subito fuori per sospetta distorsione al ginocchio, la Fiorentina non ha più saputo incidere sulla partita forse anche con la testa sempre più concentrata sull’impegno di giovedì sera contro gli ucraini. Così il Verona ha saputo al momento giusto dare l’affondo decisivo: su un gran tiro di Christodoulopoulos Neto non trattiene e Obbadi si avventa deviando in rete. Ora con la zona Champion’s a ben nove punti di distanza per la Fiorentina è giunto forse il momento di concentrare i suoi sforzi in vista della finale di Varsavia: una finale raggiungibile e ampiamente alla portata e…che potrebbe ridare quello che il campionato sembra avere negato.

 

 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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