Di quando in quando, occuparsi di argomenti triviali giova allo spirito.
Un commento a latere delle paginone di giornali più o meno scandalistici sulla nuova coppia invernale Argento-Corona, viene dalle viscere.
L’eroina del Me Too, già ampiamente sputtanata con l’affaire con il ragazzino che ha coperto di danari per farlo tacere sulla presunta relazione mentre lui era minorenne, ha ulteriormente minato alla sua ormai labile credibilità, ma anche a quella del movimento femminista del Me Too.
Questo movimento purtroppo è vieppiù caratterizzato da un femminismo isterico di donne che non sanno sopportare un corteggiamento. Movimento che, nelle corde, aveva invece la meritoria iniziativa di aumentare l’attenzione sul cosiddetto gender gap (differenza di paga a parità di ruoli tra i due sessi), nonché sullo sfruttamento fisico delle donne per permettere loro l’avanzamento in carriera.
Lo sputtanamento ultimo, però, arriva quando Asia Argento decide di intraprendere una relazione con l’ex galeotto Fabrizio Corona, con tanto di intervista rilasciata al settimanale diretto da Alfonso Signorini Chi. Il figuro, che si commenta da solo, va contro tutti i valori genuini che avrebbero dovuto informare il modello Me Too.
Inutile elencare la caterva di reati, tra i quali alcuni gravi, commessi dal signor Corona: una vita nel completo menefreghismo delle regole, manie di superiorità, facilonerie, rudezze e ignoranza a vagonate.
Qualcuno (Giletti) ha scomodato i Fiori del Male di Baudelaire per parlare degli amori sbagliati della (non più) ragazza, ma qui non si tratta di un’attrazione fatale per la sordidità, condita magari da ispirazioni artistiche, bensì semplicemente di una bituminosa passione per l’italietta peggiore rappresentata da Corona.