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Tino Aime: la neve che ridisegna il paesaggio

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In occasione dell’inaugurazione della mostra condivisa tra Tino Aime e Enrico Challier di domani sabato 22 giugno a Pragelato viene qui riproposto il sunto di un precedente colloquio avuto con Aime

<<Io sono un amante della solitudine>> mi confessa Tino Aime seduto su una panca, quando nel febbraio scorso l?ho incontrato per una sua mostra Tino Aime. Il bianco, poesia nel tempo presso la Galleria Losano di Pinerolo. L?ultima in ordine di tempo tra le tante allestite tra Italia Francia e Germania dal 1965.

Tra i dipinti una prevalenza di paesaggi innevati. Perché per il pittore <<la neve ridisegna i contorni del paesaggio>> dando quell?aria squadrata e vagamente solenne che assumono le borgate nei suoi dipinti. Ma il bianco della neve si oppone al nero della notte ed è per il pittore la base essenziale da cui ogni dipinto deve cominciare, così come dei sogni <<che si dice siano in bianco e nero>>.  Una ricerca dei tratti essenziali che contribuisce alla vagheggiata aria di solennità e di imperturbabilità dei suoi paesaggi.

Quasi tutte le opere presentate sono notturni con la luna piena nel cielo, perché <<l?imbrunire è l?ora magica del giorno, quando i sentimenti si accendono>>, ma anche l?ora in cui le cose sembrano assumere vita propria: la loro storia sembra premere sulle loro figure e narrare meglio agli osservatori nel riflessivo silenzio notturno. Perciò predomina il paesaggio sulle figure umane, perché l?Uomo è visto come <<una calamità>> per l?ambiente, il soggetto principale delle opere di Aime. L?ora tipica dei dipinti mostra quasi sempre una luna piena nel cielo. Luna che nella memoria di Aime si lega a tanti ricordi e che dice essere stata <<spoetizzata>> avvicinandola all?Uomo con la sua conquista nel ?69.

Particolari anche i supporti scelti per le sue opere. Le tele le produce lui, perché la sua è una pittura che utilizza una tecnica mista di olio, tempere e acrilici risultando molto robusta. In questo senso è più organico il rapporto di Aime: la produzione dell?opera non comincia con la posa del colore, ma ancora prima nella scelta o creazione del supporto stesso. Non solo tele, ma anche tavole di legno e finestre per dare l?illusione di star guardando un vero paesaggio. La finestra <<racconta>> dei <<tanti occhi che attraverso di essa hanno guardato>> e del <<paesaggio su cui si affaccia>>.

Non è mancata una riflessione sullo stato della pittura in Italia. La situazione è simile al campo dell?editoria. Ci sono davvero molte gallerie poco serie che chiedono soldi per una mostra, senza scommettere sul pittore ospitato. Gallerie che in pratica <<affittano camere>>. In attesa di altre mostre è possibile visitare il sito di Tino Aime ideale per chi voglia perdersi in qualche suggestivo paesaggio innevato, senza traccia dell?opera umana al di fuori delle baite in pietra. Uno stile pittorico che nella semplicità dei tratti, o sarebbe meglio dire “naturalezza”, riporta tutta la forza di un paesaggio troppo spesso dato per scontato.

Luca V. Calcagno

articolo già apparso su Vita Diocesana Pinerolese e Il Laboratorio

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Di Redazione Elzeviro.eu

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