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Ne vale la pena? Abbietta mercificazione dei bimbi nella moda

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A costo di essere bollati come moralisti, non ci esimiamo dall’obbligo etico di riportare una tendenza che ha un amaro sapore d’oltreoceano. Una tendenza gretta, che per chi scrive altro non trattasi se non di una sbagliata, becera ed immonda cessione alla debolezza. Ci riferiamo, come da titolo, alle pubblicità di abbigliamento per infanti ed agli ampi spazi concessi ad esse dai media nostrani. Le piccole bamboline vengono fatte sfilare, come per un concorso di Miss Teen America, che faceva partecipare ragazzine dai 12 ai 18 anni, prima di venire chiuso per ovvii motivi a fine anni ’90. Qui però la questione si fa ancora più seria, prima di tutto perché accade anche a casa nostra, in secondo luogo perché le bambine non sono

teenagers, bensì delle fanciulline non aventi in certi casi nemmeno un decennio di vita. Eppure queste vengono fatte truccare pesantemente, indossare stivali e minigonne e calcare il palco della moda come se fossero degli oggetti, avanzando in modo provocante, o perlomeno provocante in noi rabbia per lo spettacolo indegno, mentre nelle menti dei pervertiti provocante in un modo che non dovrebbe essere mai. Su quotidiani nazionali ad ampia tiratura è possibile notare, anche in paginoni, note marche d’abbigliamento che sponsorizzano con questo metodo vergognoso le loro collezioni d’Alta moda. Ebbene ecco alcune foto che per noi hanno valicato già da un pezzo il limite del tollerabile per sprofondare nella più radicale esecrazione.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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