A chi veste la propria moralità come l’abito migliore ed invece bene farebbe ad andarsene nudo; non mia ovviamente ma di Gibran. Illuminante in mezzo al buio dei falsi moralisti, dei finti perbenisti, dei piccoli iscarioti, degli abbuffini del quotidiano che nascono ogni giorno tronfi per morire ogni notte nell’indifferenza generale, sordidi ed inutili, privi di stile e senza uno straccio di bushido che li possa aiutare a vincere un’esistenza che è già una tomba fin dal loro primo vagito. (MC)
SCORRETTI, a cura di Pier Soru e Manuel Conterio