Home / L'Elzeviro / Laureati supplicano Mc Donald’s per un posto di lavoro

Laureati supplicano Mc Donald’s per un posto di lavoro

Condividi quest'articolo su -->

E’ normale che i ragazzi del nostro Paese dopo aver dedicato un quarto di secolo della propria vita nell’arte dell’apprendimento e della cultura si ritrovino poi a dover friggere patatine per una modica cifra di 700 euro mensili?

Certuni sosterrebbero che a fronte di situazioni d’emergenza una tale scelta di vita risulterebbe necessaria e anzi dimostrerebbe che i nostri ragazzi sono ben predisposti al sacrificio di un lavoro alienante e per nulla qualificante.

Già, ma ci rendiamo conto che tutto ciò non ha un minimo di senso? Perché allora lo Stato dovrebbe finanziare strutture d’apprendimento per poi dare i frutti di quest’investimento al mercato del lavoro manuale? Alla prova dei fatti ci rendiamo conto che questo meccanismo è nient’altro che un circolo vizioso fatto di sacrifici immani e spese inutili che niente porta al nostro Paese, ma è utile solo alle dinamiche economiche delle multinazionali quali appunto il Mac Donald’s.

Ecco che nelle città di Gela e Messina sorgeranno presto due ristoranti della catena americana di fast food, e subito sono piombate a migliaia le richieste di lavoro, tra le quali una buona fetta proviene da gente laureata e laureanda. Giovani che, giustamente, o per pagarsi gli studi o per cercare la prima abitazione tentano in qualche modo di ottenere l’indipendenza economica. Il problema di un simile fenomeno va ricercato alla radice, ci troviamo infatti di fronte ad un fatto palese e sotto gli occhi di tutti: lo spropositato numero di laureati a fronte delle scarse opportunità di lavoro per essi.

Gli attuali numeri di immatricolazioni negli Atenei sono spropositati rispetto ai loro antenati degli anni ’50/’60/’70, quando il lavoro veniva offerto sul piatto d’argento non appena terminati gli studi; questo era possibile non solo per mancanza di una crisi economica strutturale (anche se quella di inizio anni ’70 non fu da meno), ma anche per una correlazione tra numero di laureati e possibilità di lavoro immediato.

Il mondo accademico deve adeguarsi al mutamento dei tempi per ritornare a poter svolgere la sua funzione primaria ovvero “formare per poi inserire” e deve dunque limitare in termini meritocratici (esami a sbarramento o selezione in base al voto di maturità) le iscrizioni altrimenti selvagge. Inutile creare geni per poi lasciarli alla manovalanza “schiavista” di multinazionali straniere.

Condividi quest'articolo su -->

Di Redazione Elzeviro.eu

--> Redazione

Cerca ancora

Normativa sul Green Pass: quando la certezza del diritto va a farsi benedire

E` caos tamponi e green pass: milioni di cittadini lasciati a sé stessi Da sempre …