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Fassino simbolo di voraginosa decadenza

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Nella cerimonia di cui vi abbiamo dato contezza ieri le parole di Fassino, ipocrite e buoniste, forse nemmeno scritte da lui, hanno il peso di un macigno.

Poco importa, in ogni caso, che il sindaco si sia deciso per ultimo a partecipare a questa serie di iniziative volute dal ministro Kyenge. Sono le nostre azioni che ci caratterizzano. Forse il primo cittadino non se ne rende conto, ma andare dicendo che i figli degli immigrati sono “a tutti gli effetti figli di Torino”, quindi a tutti gli effetti italiani, è una mossa se non del tutto illegale, sicuramente non rispettosa delle leggi. Dire invece: “potrete un giorno essere, se la legge verrà adattata alle volontà della sinistra italiana, italiani a tutti gli effetti“, sarebbe una dichiarazione da rendere degno il sindaco di plauso per aver finalmente parlato con onestà intellettuale. E’ tuttavia difficile che qualche rappresentate della sinistra italiana affermi che le sue idee sono quelle proposte da una parte sola, e non, come sempre vuole far credere, che le idee da costoro patrocinate siano assolute e discese dal cielo, pertanto nemmeno passibili di critica. Senza contare il fatto che tali idee vengono patrocinate dalla sinistra massimamente a fini elettorali, con il solito menefreghismo per le sorti dell’Italia della larga parte dei sinistrorsi nostrani. Le parole di Grasso, persona di sinistra ma sensata che deplora fortemente l’introduzione del ius soli , sono la conferma di quanto sopra.

Fassino si dice fiero di fare da apripista. In realtà null’altro è che l’incarnazione dello spirito del tempo, che patrocina un multiculturalismo imposto ed un “meticciato” (parole di Kyenge) che caratterizzerebbe la nostra penisola. Sperdute come uno scoglio in mezzo al mare sono ormai le idee di chi crede che le culture vadano preservate e valorizzate, e che l’impoverimento culturale si perpetri innanzitutto mischiando le culture diverse. Soli sembrano ormai quelli che vedono come un abominio la disintegrazione dell’istituzione famigliare che da secoli manda avanti, nel bene e nel male, il nostro stesso paese a favore delle adozioni omosessuali. Fassino, cittadino di Avigliana (e non di Torino) si permette di conferire patenti a pargoli che tra 10 anni non saranno maghrebini come i loro genitori, ma nemmeno italiani, vivendo quella condizione snaturata e senza identità degli immigrati di seconda generazione. Kyenge, sprezzante come suo solito, definisce la protesta di Fratelli d’Italia una guerra tra poveri. Per chi scrive è invece stata commovente poiché fa senz’altro piacere constatare come ci sia ancora qualcuno che alle sorti del Paese guarda con speranza, e se è una guerra tra poveri, sceglie da quale parte stare, ancorché sia una parte povera. Non si abbandona, cara Kyenge un’idea e una convinzione solo perché lo spirito del tempo intende far passare quell’idea come sbagliata, estremista, o deficiente. Chi crede non ha nulla da temere, nemmeno dalla solitudine.Non sono il meticciato universale, né il melting-pot forzato che apriranno la strada verso la ripresa economica, come pallidamente sembra voler addurre Kyenge nel suo delirante discorso.

In tutto ciò, però, Piero Fassino appare davvero in tutta la sua pochezza: il sindaco infatti, decidendo di aderire a questa pagliacciata solo dopo aver fatto un calcolo politico ed aver saggiato lo spirito della politica in materia a livello nazionale, appare indegno di sostenere la causa, ancorché sbagliata, della cittadinanza facile. Il sindaco, anziano signore che non ha mai lavorato in vita sua al di fuori dei palazzi della politica, traspare sottile interiormente tanto quanto esteriormente. Un barone della politica che pensa o vuol far credere ancora di essere dalla parte dei deboli: ridicolo e degno di massimo sprezzo.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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