PALERMO – Tra gli sguardi divertiti e incuriositi dei palermitani si è concluso oggi il Pride Nazionale 2013.
La manifestazione ha visto la partecipazione di artisti più o meno noti e di esponenti politici rapidamente saliti agli onori delle cronache, Josefa Idem, non per la loro presenza al Pride, ma per avere tentato di evadere l?IMU.
Palermo è una città tollerante e sicuramente, oggi più che mai, multietnica.
Una città dove astuti faccendieri, Faustino Giacchetto docet, lo chiamavano il bancomat, riuscivano dove la Santuzza, la Padrona di Palermo, Santa Rosalia, non poteva; acquisto di ville, regalie varie, escort, e chi più ne ha più ne metta.
Una città che è la quinta in Italia per la quantità di verde pubblico, e dove il verde pubblico è forse uno dei peggiori d?Italia.
Una città dove l?esistenza delle targhe alterne, la ricordano solo i vigili, ma con moderazione.
Ma Palermo è anche una città felice, ha il mare e un meraviglioso porto dove attraccano tutte le navi, passeggeri, da crociera, traghetti e mercantili, e quindi ha un inquinamento da gas di scarico delle navi e di tutti i tir che attraversano la città, elevatissimo.
È fortunata perché il porto mercantile di Termini Imerese, posto a pochi chilometri da Palermo, non funziona, e dire che Termini sarebbe la giusta allocazione per le navi mercantili, che vista la vicinanza con l?autostrada e la ferrovia, non provocherebbero un inquinamento tanto pesante della città di Palermo.
È fortunata perché non esistono persone diversamente abili; direte, “come non esistono?” certo per gli automobilisti palermitani gli scivoli sui marciapiedi, sono solo una comodità per salire sul marciapiede con la moto o con le ruote della macchina, si evita così la convergenza dal gommista.
È fortunata perché l?Amministrazione Comunale, stretta fra il cittadino e le varie associazioni di categoria, non riesce a creare zone pedonali nella città stessa.
Allora direte voi, “di che vi lamentate?”, avete il sole, il mare, una grande fortuna, avete tutto.
Si è proprio vero abbiamo tutto, ma tutto il peggio di tutto, e quindi abbiamo il niente.
Giuseppe Morello
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