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Ronaldo e la nuova frontiera dell’atleta-azienda

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Cristiano Ronaldo come LeBron James. Due delle più famose icone odierne dello sport hanno, a distanza di qualche ora l’uno dall’altro, accettato un’altra sfida nella loro splendente carriera professionale.

Il primo con la Juventus, dove guadagnerà 30 milioni di euro l’anno (120 milioni in 4 anni), mentre il secondo, da tutti considerato il più forte giocatore di pallacanestro del pianeta, andrà a Los Angeles tra le fila dei Lakers firmando un contratto , anch’esso da capogiro e quadriennale, da 154 milioni di dollari totali. Cifre incredibili ma, vista la qualità dei giocatori, del tutto in linea con il periodo che la finanza sportiva sta attraversando.

Gli accordi a vita sottoscritti con gli sponsor

Spostare giocatori del genere e condurre trattative simili di compravendita non è affatto semplice, poiché non si va solamente a spostare un atleta, ma una vera e propria azienda, con innumerevoli background da tenere in considerazione. Quando una squadra come la Juventus compra un calciatore come Ronaldo deve ovviamente tenere conto delle esigenze di bilancio ma fino ad un certo punto, visto che il suo arrivo nonostante l’esborso importante può portare ritorni altrettanto importanti per tutta l’architettura finanziaria della casa madre, la Exor, che comprende marchi di primissimo ordine nel panorama mondiale, come FCA e Ferrari.

La definizione di atleta – azienda è calzante, dal momento che dietro agli stipendi stellari ci sono contratti di

La pubblicità Nike con il suo testimonial di eccellenza

sponsorizzazioni ancora più grandi, che spesso durano, proprio nel caso di personalità di spicco del mondo dello sport, tutta la vita. Prendendo ad esempio il neo giocatore dei Los Angeles Lakers nel maggio del 2016 ha sottoscritto con la Nike il primo “lifetime deal” in 44 anni di storia dell’azienda che gli frutterà secondo i calcoli circa 1 miliardo di dollari. Contando anche lo stipendio oltre alle sponsorizzazioni il fuoriclasse NBA guadagna 83 milioni di dollari l’anno.

Poco tempo dopo la medesima azienda di abbigliamento sportivo ha fatto la stessa cosa con Ronaldo alle stesse identiche cifre, portando il suo guadagno totale a 108 milioni di euro l’anno e contribuendo a farlo diventare nel 2018 il terzo atleta più pagato al mondo secondo Forbes dopo Floyd Mayweather e Lionel Messi. Per quanto riguarda altre leggende sportive, precisamente del tennis, la Lindt ha continuato a legare il suo nome nel 2009 a Roger Federer, rinnovando il suo contratto di sponsorizzazione per 17 milioni di euro l’anno per una durata indeterminata.

I precedenti e il contrasto di valori tra sport e profitti

Andando indietro nel tempo c’è più di un precedente riguardante contratti “a vita” et similia ma che a livello economico non si avvicinano sicuramente alle cifre odierne, e il più degno di nota è il caso di Rolex e Sir Jackie Stewart, leggendario corridore di Formula 1 britannico 3 volte campione del mondo con le scuderie Mantra e Tyrell, che dopo la morte di John Surtees è diventato il più anziano pilota di categoria ancora in vita.

Sir Jackie Stewart e il rolex

Nel 1966, secondo i suoi racconti ha comprato il suo primo orologio Rolex, e l’anno dopo ha firmato un accordo con la casa svizzera che dura, ad oggi, senza tener conto dei rinnovi, da 51 anni. Rispetto a molti anni fa è indubbio che lo sport e i suoi interpreti si siano legati sempre di più a marchi, e se un tempo il caso di Stewart poteva essere considerato un unicum, quest’oggi sta diventando una normalità ad alti livelli e in alcune realtà, a riprova di come la globalizzazione stia fagocitando e trasformando anche lo sport in tutte le sue sfaccettature. Rimane da chiedersi infatti quanto sia ormai netto il confine tra i tifosi che ammirano, emozionandosi, le performance e le gesta di questi fuoriclasse, rifacendosi ai valori più belli dello sport e il mondo dell’industria e degli sponsor, che al contrario guardano a tutto questo come a un freddo mezzo di guadagno.

 

di Stefano Marongiu

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