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Brescia intossicata nell’indifferenza nazionale

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BRESCIA – Urge una levata di scudi, una “padana” ribellione, un qualcosa o qualcuno che dica: “sì, qui a Brescia siamo messi peggio che a Taranto”. Un candidato governatore lombardo che molli tutto e cominci ad occuparsi solo di questo. Sì: l’emergenza c’è ed è grave, anche se per molti e per la nazione intera, grazie al lavoro inesistente dei media in tal senso, è impalpabile. Hanno chiuso otto stalle perchè il livello delle diossine nel latte era micidiale. Ci dicono che i nostri bambini non possono giocare nei prati, ma il Tg1 non ne fa la prima notizia.

Solo poche testate giornalistiche mettono in risalto la notizia, tra le quali il lodevole Fatto. Il rischio è la contaminazione. Un pieghevole dell’assessorato all’ambiente di Brescia spiega persino di lavare qualsiasi cosa sia stata in contatto con l’esterno. I dati Arpa rilevano, in una zona dove vivono 25mila persone attualmente, che le concentrazioni di diossina sono centinaia di volte superiori rispetto ai limiti di legge, ma questo dato non fa paura. Eppure i dati sono peggiori rispetto a Taranto. Stoicismo lombardo o mala-informazione? Perlomeno vaga diffusione sul suolo lombardo e nazionale delle notizie per come sono, nella loro truce gravità.

Eppure il dottor Fulvio Porta, primario dell’Unità di Oncoematologia pediatrica in un convegno alla presenza di magistrati del luogo e dei dirigenti Arpa (l’agenzia che ha rilevato le diossine micidiali in quantità esorbitante, anche nel terreno) ammonisce la popolazione con un dato allarmante: l’aumento del venti percento dei tumori infantili negli anni 2000 rispetto agli anni Cinquanta.

Per una volta lasciano shockati non i tentativi di alterare le rivelazioni, bensì il fatto che la popolazione ed il paese non siano informati e conseguentemente attoniti di fronte a tale terribile piaga. Il futuro è l’istruzione, come slogan scandiscono quotidianamente in questi mesi. Slogan pregnanti e condivisibili, ma arrivarci vivi al futuro sarebbe altresì cosa auspicabile. Così pure lascia attoniti il fatto che Torino subisca più sforamenti delle polveri sottili di qualunque altra città in Europa, ma parimenti nessuno in questo paese mette questi argomenti al centro dell’agenda di governo. Eppure, in chiave di crisi recessiva, la pulizia più necessaria che mai dell’ambiente potrebbe essere un’attività impiegatizia e redditizia, da incentivare a livello Statuale, molto e anche in fretta.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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