Il monumento all’Alpino di Brunico non sia strumentalizzato accostandolo ai simboli del razzismo da abbattere.
È follia la rabbia che ha abbattuto i monumenti a Cristoforo Colombo, è paranoia la campagna contro il film “Via col vento” che in verità ha riconosciuto il primo Oscar ad una attrice afroamericana, ma è pura demenza solo avvicinare l’idea pura degli Alpini di pace al razzismo.
I talebani di casa nostra si chiamano Süd-Tiroler Freiheit
e cercano pateticamente di sfruttare l’onda innescata dalle proteste per la morte di George Floyd. La richiesta di rimozione del monumento all’Alpino avanzata dai secessionisti è una volgare speculazione che offende il buon gusto e lo straordinario valore delle Penne nere. Accostare gli alpini al razzismo è accusa che va respinta senza sconti. I secessionisti fanno il loro sporco lavoro di provocatori usando ogni pretesto, ma non troveranno in Italia ed in Alto Adige terreno fertile per le loro follie e il travisamento della storia.
Hanno annunciato iniziative in Consiglio provinciale anche per cambiare – non è la prima volta che ci si prova – i nomi delle vie con un accanimento disgustoso. Troveranno in noi un argine. Questa speculazione è evidentemente una provocazione. La storia non si modifica a colpi di piccone. Con questo e con la dinamite ci hanno provato a cambiarla i terroristi ed i talebani.
Non ci provino a speculare accostando l’Italia e gli italiani al razzismo. Si facciano un serio esame di coscienza sulla loro vocazione all’insulto dei simboli e dell’identità italiana: questo sì che è razzismo.
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