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E se il Barbarossa avesse avuto ragione?

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Ecco come i Comuni italiani sperperano i soldi dei contribuenti.

Quello dell’aumento massiccio della spesa pubblica è ormai un problema che nessun governo, attuale incluso, può illudersi di accantonare allegramente. Un problema che costringe, in un periodo tra l’altro di vacche magrissime, gli Italiani a sopportare un peso fiscale che definire vampiresco è riduttivo. Lo Stato, vera e propria idra dalle cento teste, grazie anche alle logiche e alle politiche indecenti degli anni della Prima Repubblica, ha gonfiato a dismisura il suo ventre diventando un “mostro” affamato e assetato che deve succhiare e prendere la sua linfa vitale in dosi sempre più massicce, pena la fine dello stato stesso.

L’Europa, lungi dall’essere uno strumento utile a migliorare il benessere dei cittadini degli stati membri sta svolgendo unicamente la funzione poliziesca di “bastonatrice” e di spietata mandante di politiche che in nome della “salvezza” economica di un non ben definito ente sovranazionale, hanno ridotto alla fame milioni di inermi “sudditi” europei.

 L’Italia, come ben sappiamo, è un paese povero, anzi poverissimo, di materie prime e quindi con l’unica alternativa possibile di dover ricavare il suo valore aggiunto dalla trasformazione di beni e dall’offerta di servizi. Di nostro, a parte il mare, le montagne, le spiagge e i beni culturali non abbiamo nulla. Ora, lo capirebbe anche un allievo di prima media, in una situazione del genere, non abbiamo altre alternative se non quella di ridurre, e di molto dove possibile, le spese a tutti i livelli, da quelle a carico dello Stato vero e proprio a quelle a carico degli enti locali e della Pubblica Amministrazione in generale.

Quella dello stato assistenziale è la più grande “baggianata“, la più assurda utopia istituzionale che mente umana potesse concepire. Un tale modello alla lunga ha finito, come era prevedibile, con l’implodere su sé stesso arrivando a quella che è la sua massima contraddizione di fondo: mi illudo di assistere con costi elevatissimi i cittadini, anche con la prospettiva di avere in cambio il loro assenso tramite il voto, per poi, quando non ne ho più, di battere cassa agli stessi cittadini per togliergli con gli interessi quello che a suo tempo gli avevo dato.

 Ora il doveroso taglio delle spese, anche con la rinuncia pur dolorosa all’illusorio assistenzialismo di cui sopra, dovrebbe servire ad uno scopo ben preciso che non è quello di fare dell’inutile quanto demagogica operazione di ammansimento, ammorbidimento e quindi utile strumentalizzazione della popolazione in difficoltà, quanto quello di fare ripartire l’economia ovvero l’intero sistema finanziario del paese. E’ la solita equazione: meno spese, meno pressione fiscale e aumento dei consumi e quindi rivitalizzazione sia della domanda che dell’offerta. Altre ricette non ce ne sono almeno in un’ottica di società liberale.

 Detto questo basta guardarsi in giro per vedere il vero e proprio scempio che i vari enti pubblici fanno dei soldi che i cittadini italiani devono versare alle casse pubbliche. Soldi, è il caso di ricordare, che solo in parte vanno a quella politica assistenziale di cui sopra e che invece, spesso e volentieri, fanno parte di logiche che hanno più a che fare con la demagogia e con interessi economici precisi che non con i veri interessi degli Italiani. Ora qualsiasi cittadino può facilmente vedere in cosa si sono trasformati i suoi sudatissimi soldi e deve per questo, arrabbiarsi e chiedere conto agli enti responsabili di questo indecente spreco. Ricordo che siamo in una democrazia per cui è legittimo, anzi doveroso, che il cittadino che paga diligentemente le sue tasse, pretenda, tramite anche associazioni varie a ciò preposte, una spiegazione del perché le sue spese fiscali sono aumentate in modo così vertiginoso e soprattutto del come i suoi soldi vengono utilizzati.

 La prima cosa che mi viene in mente è il disgustoso spreco delle risorse pubbliche che le amministrazioni locali, comuni in testa, fanno senza un benché minimo controllo da parte dell’ente centrale, uno spreco che grida vendetta e che dovrebbe portare alle dimissioni immediate di battaglioni interi di sindaci, assessori e quant’altri. Tutti noi passiamo una buona parte della nostra giornata in auto, e credetemi, basta già per rendersi conto di come ci stiano prendendo in giro. Qualcuno mi deve spiegare quanto i vari comuni hanno speso e spendono per l‘installazione, la manutenzione ordinaria e straordinaria delle centinaia di migliaia di dossi artificiali, rotonde mal funzionanti, telecamere e dissuasori di velocità che fanno ormai parte del triste panorama urbanistico delle nostre città e delle nostre strade comunali e provinciali.

Basta pensare a quanto può costare un impianto visivo, sia come costi dell’impianto stesso che come costi di manodopera, senza contare quelli di manutenzione, compreso il consumo di energia elettrica, per rendersi conto come in un momento del genere, sia oltremodo irresponsabile buttare dalla finestra i soldi che noi cittadini paghiamo togliendoci non il superfluo ma il necessario per campare. E non stiamo facendo della demagogia, stiamo soltanto prendendo atto di come noi cittadini ci priviamo del necessario per far sì che la Pubblica Amministrazione si fornisca dei mezzi per poterci bastonare ulteriormente in prospettiva di una, solo eventuale, trasgressione.

 Sono testimone oculare di uno di questi tanti “sconci” perpetrati ai danni dei cittadini, uno sconcio che potete controllare voi stessi, ben sapendo e “consolandoci” che di casi simili in Italia ce ne sono in quantità inimmaginabili. Basta percorrere il tratto di strada che collega la città di Giaveno a quella di Trana, un tratto dove, tra l’altro aprendo un cantiere infinito, hanno installato in appena quattrocento metri di strada o poco più, la bellezza di ben tre mega dossi artificiali con non solo problemi di sicurezza stradale a causa delle repentine frenate delle auto e dei pullman che circolano su quel tratto quotidianamente, ma anche con la prospettiva neanche tanto recondita di lasciarci l’avantreno.

E’ il caso di ricordare che tali dossi, come la gran parte delle altre centinaia di migliaia che “infestano” le nostre strade, sono stati costruiti per giunta con caratteristiche tali, parlo dell’inclinazione dello sbalzo, che mettono a repentaglio non solo l’integrità delle strutture meccaniche delle auto ma la stessa sicurezza degli automobilisti.

 Ebbene, sarebbe interessante andare a controllare quanto tale cantiere sia complessivamente costato all’amministrazione responsabile della sua apertura per chiedere a gran voce di rendere conto delle “improcrastinabili” motivazioni che hanno reso urgente l’installazione di tali strutture architettoniche. Non finisce qui, basta continuare a girare in auto per arrabbiarsi e indignarsi oltremodo, a questo riguardo basterebbe sapere quanto costa uno dei tanti dissuasori di velocità installati allegramente dai vari comuni italiani e dalle amministrazioni provinciali.

Da quello che ho saputo un impianto standard dovrebbe costare all’incirca cinquemila euro, ma una cosa è certa, chi lo ha installato non l’ha fatto gratuitamente. Vi sembra già questo materiale sufficiente per indignarsi oltremodo? Allora quando giriamo e incappiamo in una delle tante rotonde con annessi anche sistemi di videocamere cosa dovremmo pensare?! Anche qui sarebbe istruttivo comparare il costo di una semplice e più razionale regolazione dell’originario semaforo con quanto alla fine è costata quella mostruosa rotonda con tanto appunto di telecamere connesse per renderci conto di come hanno buttato dalla finestra i nostri sudati soldi.

Questo credetemi è solo un esempio di come il cittadino sia in qualche modo impotente di fronte al merito delle scelte amministrative degli enti locali, scelte amministrative che alla fine rendono quegli stessi enti indebitati fino al collo e quindi legittimati, in una sorta di assurda reazione a catena, a venire a battere cassa sempre da noi cittadini, colpevoli a questo punto, soltanto di esistere. Meditiamo gente meditiamo, ma soprattutto facciamo funzionare il cervello, su questo ancora sembra che non siano in grado di intervenire.

di Roberto Crudelini

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Di Redazione Elzeviro.eu

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