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La costituzione nelle mani di Berlusconi?

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Oggi dinanzi a noi si pone da un lato la figura di Berlusconi, dall’altro la necessità di riforme anche radicali che andrebbero necessariamente a modificare la Costituzione. La Carta costituzionale italiana, documento entrato in vigore nel 1948 e preso a modello da molte altre Costituzioni del mondo è giudicato da fior fior di giuristi il documento più onesto moralmente (salvo alcune disposizioni transitorie o inattuali) della storia delle carte fondamentali ed è da un po’ di tempo in fase di astratta revisione. Dottrina e pratici (nell’alveo dei mondi della politica e del diritto), anche in base a come la prassi politica si è evoluta (grande peso del Presidente della Repubblica), concordano vieppiù sulla necessità di mutare la Carta per dare un presidenzialismo anche di diritto ad un paese ormai avviato, nei fatti, a tale forma politica.

Una persona come Berlusconi, che oggi divide il popolo italiano tra adulatori, adulatori interessati e persone che lo odiano, non dovrebbe essere messo a capo, come invece egli stesso paventa (ieri sera, in una telefonata su Canale 5 a Belpietro) della Commissione per le riforme istituzionali. Un compito così greve e delicato, fondamentale per le sorti future del paese dovrebbe essere messo sotto la direzione di un tecnico costituzionalista bipartisan, che guidi una Commissione (bilaterale ed eventuale, ma che con tutta probabilità verrà formata) totalmente rispettosa di una composizione bi (o tri, prendendo in considerazione il M5S) partisan.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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