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La pedanteria di Monti

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Ovvero perché i voti del centrodestra rimarranno a Berlusconi.

Il centrodestra non avrà un calo vertiginoso di consensi come molti sondaggi paventano, a causa della discesa in campo del già senatore a vita (sai che discesa, quindi) Mario Monti. Monti ha illuminato la patria, almeno secondo i motivi per cui è stato nominato Senatore: tutti speciosi e formali, ma niente di reale. 
Eppure ad ogni attacco dei suoi avversari politici, che non gli vogliono nemmeno riconoscere (giustamente) identità politica, risponde punto su punto con una pedanteria che ha di fastidioso tutto: dal sarcasmo alla freddezza. Berlusconi e Vendola, in particolare, lo accusano di sfaldare il meccanismo bipolare consolidatosi nel nostro ordinamento. B. si rifiuta persino di porsi in un dibattito con il “professore” e gli rinfaccia di parlare dal buco della serratura quando si rivolge con maestria (nel vero senso del termine) alle masse per spiegare l’economia e le ricette che porrebbe in essere per risanare l’Italia.
Monti replica che B., avvezzo all’economia per averla vissuta, è in realtà inadatto a parlarne fruttuosamente poiché non ne avrebbe “vista” tanta quanta lui stesso e, in fatto di credibilità, pone sul piatto della bilancia, con la consueta e francamente ormai boriosa ed inaccettabile ironia, la presuntivamente perduta credibilità internazionale di Berlusconi.
“Meglio derisi, ma non sul lastrico”, diceva Franchi nel precedente articolo, ebbene qui si ribadisce quanto sopra, e nel dibattito necessariamente a distanza che divide Monti da Berlusconi è chiaro a chi (non) dobbiamo dare ragione. Nell’ambito dell’economia spiegata ai bambini da un discente, o in quella, un po’ a tentoni e talvolta disastrosa di B., che l’ha praticata: a nessuno dei due, ovviamente!

Ma la boria di Monti non è la causa prima della delegittimazione politica da parte degli avversari, bensì la causa è da ravvisarsi nel fatto che Monti ed il suo listino, tra cui i vermi inveterati della politica più marcia ed impoltronita, vd tali C. e F., non si sia mai presentato in elezioni minori come “scelta civica”, non abbia pertanto mai vissuto la politica vicina alla gente, quella del territorio e quella dei quartieri: costoro non siano insomma radicati nella Società civile per portare avanti le istanze che da essa provengano. Codesti individui sono naturalmente espressione della vecchia classe politica (Fini e Casini sono in Parlamento da decenni e decenni), presa per mano, al momento dello sbandamento finale, dal mondo delle banche e da quella categoria di stregoni che appartengono al suddetto mondo: i nostri adorabili economisti.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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