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E se CasaPound meritasse una chance?

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Come era facile prevedere, è stata la campagna elettorale dell? antipolitica. Ma non quell?antipolitica di cui si riempiono la bocca gli esponenti dei grandi partiti, intesa come rottura senza proposte; bensì semplice alternativa. Idee e progetti che, almeno nelle intenzioni, prendono le distanze da quei movimenti politici che ci hanno governato per anni (con inciuci parlamentari, scandali degni di novella 2000 e proclami elettorali tramutatisi ben presto in carta igienica), puntando sull’effetto più consono a soddisfare il bisogno di un popolo esausto: la novità.
Tuttavia, trattandosi sempre di politica e nella fattispecie di politica italiana, cerchiamo di non farci traviare per l? ennesima volta da slogan entusiasmanti, analizzando (in maniera acritica circa la validità delle proposte) in quali casi l? elemento di rottura sussista realmente, senza essere solo un facile ed ingannevole parolone con cui ottenere un voto apparentemente di protesta.
Di partiti autoproclamatisi rivoluzionari rispetto al sistema vigente infatti, ne sono emersi una caterva: Fare per Fermare il DeclinoRivoluzione CivileCasaPound e pur non essendo alla prima esperienza elettorale, il M5S di Grillo.
Idolatrato ed osannato come un luminare ed un innovatore non sufficientemente compreso, Oscar Giannino è stato  il grande esordiente di questa campagna, nella quale è giunto ad ottenere (almeno fino all’ episodio del non-Master americano) un discreto consenso. Una simpatica burla? Ebbene no. L? ex direttore di LiberoMercato si è costruito un cospicuo apprezzamento all?interno dell? opinione pubblica con proposte di fatto quasi identiche a quelle di Berlusconi nell?anno della sua discesa in campo, ma mascherate da una notevole conoscenza del campo economico-finanziario e da una discreta abilità oratoria. A ben vedere insomma, di nuovo c?è ben poco.

Senza bisogno di un?analisi eccessivamente approfondita, sentenza pressoché identica  per quanto riguarda Rivoluzione Civile: con un partito nato dai deliri giustizialisti di un magistrato con manie di onnipotenza infatti, abbiamo avuto un’esperienza a dir poco recente.
Ribadendo come il M5S non rappresenti più una novità, vista la sua ormai quinquennale esperienza politica, non ci resta che analizzare la situazione di CasaPound.
Il movimento nato sull?onda dell? emergenza abitativa, dopo anni di sola ed esclusiva promozione sociale e culturale, ha deciso di buttarsi in politica per la prima volta, con delle nette e sostanziali differenze rispetto a quella sarabanda di partitucoli che gravitano da anni e senza risultati, nell?area (cosiddetta) di estrema destra. Nonostante i giudizi dei vari pennivendoli campioni olimpici dell? antifascismo militante infatti, il partito di Iannone e Di Stefano si caratterizza per una visione decisamente laica dello Stato e per l?assenza di quel “nostalgismo” trito e ritrito tipico dei suddetti movimenti.
La candidatura alle regionali del Lazio e alle politiche è una sfida vera e propria per un partito che, potenzialmente, rappresenta in tutto e per tutto una ventata d?aria fresca.
Ovviamente nessuno confida nel fatto che CasaPound reciti la parte dell? acqua santa in mezzo ad un oceano di diavoli, né che non si macchi di nefandezze ed errori imperdonabili come qualsiasi altro partito, ma essendo l? unica reale novità che il palinsesto elettorale propone ad un popolo logorato e stanco della vecchia politica, merita decisamente una chance più di altri. Almeno una prima chance.

Klement


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Di Redazione Elzeviro.eu

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