Cosa deciderà Napolitano sul da farsi non ci è dato a sapere, ma malumori e fibrillazioni inquinano il malconcio panorama politico. Chi scrive non può far altro che tacere, ora. Il programma più sensato da presentare alle prossime consultazioni politiche (che non tarderanno, in quanto la mayonnaise è impazzita e bisogna rifarla con altre uova) punta innanzi a tutto su un cambiamento istituzionale epocale per giungere ad una repubblica presidenziale (come già ribadimmo nell’articolo precedente), su un rigido controllo della spesa pubblica (perché i soldi che finora sono stati sperperati sono i nostri) e sull’abolizione dell’Art.75 della Costituzione per poter rinegoziare i trattati con la UE ed intervenire sulle leggi tributarie e di bilancio. Inoltre bisogna rimodulare il Welfare grosso e grasso che penalizza gli Italiani e sancire un tetto massimo per la pressione fiscale che non può venir innalzata per nessun motivo. E poi tanto ancora. Per sostenere persone non colluse con il potere finanziario, senza truppe cammellate che le sostengano ed apparati consolidati ed ammanicati dietro le quinte, ma mettendo il benessere dei cittadini al primo posto facendo appello orgogliosamente al senso di appartenenza ed identità nazionale.
Siamo stufi di eleggere come nostri rappresentanti persone prostrate davanti ai burocrati di Bruxelles che pensano solo ai loro interessi ed a quelli delle banche private di cui fanno parte. A tutti coloro che a parole sarebbero pronti ad andare a combattere a mani nude contro i talebani piuttosto di sentir parlare di regime dittatoriale, chiediamo come facciano a sopportare la Troika (UE,BCE,FMI), che ha ridotto l’Italia ad uno stato di polizia tributaria. Noi si ritiene nemmeno che la politica seria sia dannatamente difficile e che non basti l’onestà e la buona volontà della gente perbene per farla funzionare. I nemici non si vedono, stanno nascosti dietro le quinte a scrivere le regole ed a decidere la strategia da seguire. Al buio. Come nel poker con le carte truccate.
Giuseppe Franchi (Naa – Noi automobilisti antieuropeisti)