Lo Tsunami grillino è in piena trance agonistico-elettorale. Nel tour che dovrebbe ricoprire tutta la penisola in vista delle prossime elezioni di febbraio Grillo non sta mietendo solo consensi, nella mischia ovviamente c’è chi sputa.
Purtroppo notiamo che i motivi di contestazione poco hanno a che fare con il programma del movimento, ma riguardano invece motivazioni ideologiche del tutto fuorvianti dal contesto.
Mentre ieri a Salerno Grillo sul palco spiegava la delicatissima vicenda relativi alla legge truffa sui finanziamenti elettorali ( chiamati più democraticamente rimborsi), ecco che dalla nutrita folla veniva fuori un gruppetto di contestatori.
Questi, a cui viene dato il microfono, accusano il comico genovese della colpa di essere fascista, contornando l’accusa con la classica melensa narrazione epico mitologica di recenti violenze che sarebbero da far ricondurre, per astrusi procedimenti intellettivi, al fenomeno fascista.
Questo è un episodio che non sembrerebbe dover richiamare l’attenzione di chi scrive, lo stesso Grillo ha minimizzato la polemica invitando gli accusatori a scovare parole fasciste da lui proferite e invitando i contestatori sul palco.
Tuttavia bisogna sottolineare che un tale episodio è sintomo di un male ancora in giacenza: in Italia rimane tuttora impossibile solamente parlare di alcune azioni politiche ( come ad esempio la nazionalizzazione della banca centrale, o l’aumento dei poteri utilizzabili dal Governo) semplicemente perché per alcune frange del popolo rimandano ad un buco nero storico che va dal 1922 al 1943.
La storia, la cultura e soprattutto l’educazione scolastica italiana hanno fallito nel compito di pacificazione storica, alimentando ulteriormente l’odio nel popolo italiano e soprattutto mettendo all’indice qualsiasi azione politica ideata, intrapresa, copiata, od eseguita in quel periodo.
Le militanze anti e pro fasciste non hanno senso nel momento in cui la guerra civile si è esaurita, ciò che è da combattere ora è la cultura mistificata che ne è fuoriuscita.
Ed è proprio una rivoluzione culturale il primo passo per quella totale, successiva.