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Sanremo in spregio della par condicio

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Bava.

PAR CONDICIO. Pari condizione, per tutti i candidati. Invece la Rai, con un generoso cachet (si parla di almeno tre centinaia di euro alla sconcia e ormai trita Littizzetto), ci farà sorbire, nell’ambito di una manifestazione che DOVREBBE essere musicale, ludica e culturale, un’accoppiata tutta politica dell’ammiraglia rossa RaiTre.


Il probabile titolo di un libro di Fazio
sulle sue celebri “interviste”. 
Non solo gli ospiti illustri non contemplano la Mannoia o Paoli, esclusi d’onore che in questo periodo sono sulla cresta dell’onda della musica italiana. Ma ovviamente anche quest’anno nessun grande sarà sul palco dell’Ariston. In compenso le battute sboccate della Littizzetto e quella faccia untuosa e leccac* di Fazio calcheranno la scena con la solita verve che può solleticare solo il più borioso radical chic di sinistra.
Sanremo infrange le regole della Par condicio. Chi è abituato a vedere questi due personaggi sullo schermo di RaiTre ben sa la loro collocazione politica, e anche la sfumatura radical di cui prima. Fazio, con quel suo modino di comportarsi, pronto ad incensare e leccare, salvo scegliere i suoi ospiti nel suo ristretto giaciglio comodo comodo, senza mai contemplare personaggi “scomodi” è l’esempio inveterato della pavidità sinitrorsa. Quali meriti spingono costui nell’arduo compito di rilanciare il Festival, compito in verità assunto egregiamente dal Morandi nelle scorse edizioni (salvo per i monologhi deliranti di Celentano)?
Ebbene sorbiamoci delle battutine su Berlusconi a ridosso delle elezioni (non un gran male, ma illegali), sorbiamoci quella faccia untuosa e pavida, sorbiamoci la sua finta indignazione (moolto divertente, sic!) alle battute della Littizzetto, signora di una certa età che fa ridere solo sfoderando tutto il suo repertorio di battute su ca**i e affini. Oppure, più opportunamente, andiamo al cinema. Per il quale non paghiamo, però, il canone. 
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Di Redazione Elzeviro.eu

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