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XXX anniversario dell?assassinio del gen. Dalla Chiesa

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Oggi per la prima volta dall?assassinio del genitore, la popolare conduttrice Rita Dalla Chiesa si recherà in quel di Palermo a rendere omaggio, nella consueta manifestazione in ricordo del padre, alla figura di Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo e Generale dell?Arma ucciso dalla mafia il tre settembre di trent?anni or sono.

Dopo avere per anni probabilmente reputato il capoluogo siciliano come invivibile ed irrecuperabile, la celebre conduttrice tv, animalista convinta, porta nel luogo dell?eccidio anche la figlia, che per la prima volta si reca colà dove il nonno ha subito il finale eccidio mafioso. E dichiara, ad attestazione del suo mutato modo di considerare la città, che si recherà a Palermo per vivere.

Dalla Chiesa ha attraversato la storia di questo paese, combattendo le sue piaghe criminali più estreme, e ottenendo mirabili successi, così come accadde nella lotta contro il banditismo, ma soprattutto nella lotta contro le Brigate Rosse. Fu però alfine la mafia ad ucciderlo, ma si può senz?altro dire che il ricordo vivo dell?Italia “qualunque”, come definiva lui gli onesti, permane intatto e glorioso.

Per un fugace ricordo in questa importante giornata, ci affidiamo alle parole del figlio Nando, che ne parla così, riferendosi alla dimensione più intima e famigliare dell?uomo che abbiamo imparato a conoscere come modello per le sue azioni pubbliche:

Papà ha insegnato a me e le mie sorelle Rita e Simona l’abitudine all’obbedienza“. Niente uscite serali fino ai 16-17 anni e feste vietate. 

Ci fu tutto chiaro il 2 giugno 1982, quel suo discorso agli studenti del “Gonzaga” a Palermo. Spiegò che non poteva rischiare che i suoi figli frequentassero amicizie equivoche. ‘Non potevo far dire – disse quel giorno – ‘Ecco, i figli di Dalla Chiesa sono capitati da gente in rapporti con la mafia’“. 

Dal 1968 al 1981 Nando Dalla Chiesa fu politicamente impegnato nella sinistra extraparlamentare. “Quando mio padre capì dove mi collocavo, mi fece sedere ed aprendo il codice penale mi disse ‘questi sono i reati che non devi commettere’ e via all’elenco, a cominciare dal blocco stradale. Molti immaginavano scontri tra di noi, non era vero. Visse tutto questo con un senso di grande libertà.” Gli anni settanta furono difficili per Nando, a metà tra ideologia e l’amore per suo padre “Mi chiedevano se ero figlio del Generale ed io negavo. Soffrivo molto quando partecipavo alle assemblee e leggevo scritte tipo “Morte a Dalla Chiesa” oppure quando un giorno un Sindacalista disse “ora che prende il potere Dalla Chiesa siamo fritti“.

Freddie

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Di Redazione Elzeviro.eu

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