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Maroni deciso ad andare fino in fondo ma le armi giuridiche a sua disposizione non sono molte

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Continua e anzi si acuisce il braccio di ferro istituzionale tra il Governo e il Presidente della Lombardia. Roberto Maroni, dopo aver mandato una lettera ai vari prefetti della Regione invitandoli a non inviare più immigrati ai comuni lombardi, ha ribadito di essere disposto a premiare quei comuni che si rifiuteranno di accogliere nuovi migranti clandestini. In quella che sembra a questo punto una precisa linea politica concertata a livello di Lega, Matteo Salvini ha fatto un appello a quanti si ritengono cittadini per bene ma anche ai vari amministratori locali a formare cordoni umani civili e pacifici attorno ai vari alberghi e ostelli per impedire l’ingresso a eventuali nuovi migranti in arrivo.

 

Lo scopo di questa ennesima ma legittima provocazione nei confronti del Governo è impedire che altro denaro pubblico venga in questo modo sperperato e…sottratto ai cittadini italiani. Identico discorso, come abbiamo già sottolineato precedentemente, lo stanno portando avanti i governatori della Liguria, del Veneto e della Valle d’Aosta. Una bella patata bollente per Renzi  che sta facendo sempre di più la parte  del “vaso di coccio” di manzonana memoria preso in mezzo tra i ferrei meccanismi di chi tira i fili dell’Europa e di chi invece vorrebbe una volta per tutte liberarsi da queste catene che rischiano di stritolare il nostro paese.

 

Ma il problema a questo punto è un altro ed è quello relativo ai limiti estremi fino a cui potranno spingersi i quattro presidenti di regione nel loro muro contro muro? Perché la domanda che molti cittadini si fanno è quali poteri effettivi ha un governatore regionale nei confronti del governo e delle prefetture? Può arrivare fino al punto di “ribellarsi” al governo del paese imponendo nel proprio ambito territoriale decisioni che vanno contro le direttive di governo? Ora, in base alle norme stabilite dalla nostra Costituzione, il Presidente di una Regione a statuto ordinario, ma il discorso non è poi così diverso per quelle a statuto speciale, ha il potere di dirigere la politica della giunta di cui è a capo, giunta che è dotata di potere esecutivo nell’ambito territoriale di competenza, quindi si potrebbe dire che il Presidente, chiamato impropriamente Governatore, potrebbe essere assimilato ad un capo di governo limitato al territorio su cui ha giurisdizione.

 

Al pari di un capo di governo il massimo responsabile del potere esecutivo locale può nell’ambito della giunta promulgare leggi, emanare regolamenti con validità sul territorio a lui assegnato oltre a dirigere le funzioni amministrative che lo stato ha delegato alla regione. Interessante è il potere di emanare provvedimenti amministrativi sotto forma di decreti, ma ancora di più lo è la sua responsabilità sanitaria nell’ambito regionale che lo autorizza, come massima autorità locale in materia, ad emanare ordinanze contingibili ed urgenti.

 

Quindi, per sgombrare il campo da ogni equivoco, diciamo subito che il Presidente della Regione non può dare ordini gerarchici né ai Prefetti Provinciali né al Prefetto che ha sede nel capoluogo di regione in quanto questi sono sottoposti alla sola autorità gerarchica del Ministro degli Interni e quindi, tramite questo, dello stesso Governo. Ecco quindi spiegato il significato della lettera di Maroni con la quale il governatore “invita” i prefetti a non inviare più immigrati. Una lettera quindi che ha il significato di mero atto simbolico e politico alla quale, senza precise direttive da parte del ministro competente, gli stessi prefetti non hanno alcun obbligo giuridico di adeguarsi.

 

Rimane invece nell’autorità giuridica amministrativa la possibilità residuale che lo stesso Presidente di Regione possa decidere l’assegnazione o meno di incentivi ai comuni che scelgano una linea politica piuttosto che un’altra. Infatti in materia di ordine e sicurezza pubblica sono i prefetti, nella loro funzione di rappresentanti dello stato, anche se la figura del commissario di governo è stata abolita quattordici anni fa, ad avere il potere e l’autorità di prendere decisioni che diventano obbligatorie per i comuni di competenza. Insomma il Presidente della Regione in materia di ordine pubblico può solo cercare di mettere i bastoni alle ruote del governo cercando di rallentarne l’azione così come sta cercando di fare Maroni.

Ma…attenzione perché a livello sanitario, come abbiamo detto, qualora dovessero insorgere problematiche gravi e immediate, dovute proprio ad un flusso migratorio irresponsabile e massiccio come quello che stiamo subendo, allora, a livello almeno provvisorio, il capo del governo locale può adottare, sotto forma di decreti, decisioni che hanno lo scopo di tutelare nell’immediato la salute pubblica dei cittadini. Un potere che, non dubitiamo, al momento opportuno potrà e dovrà essere usato per prevenire conseguenze sanitarie pericolose. Questo Renzi lo sa benissimo e lo sanno anche Maroni e gli altri governatori che si terranno in serbo quest’arma giuridica per usarla al momento opportuno. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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