I media non ne parlano, se ne guardano bene, ma i retroscena lasciano basiti. Basta parlare con qualsiasi lavoratore dipendente (del settore privato) per rendersene conto. Gli aventi diritto, per intascarli, sono costretti a firmare un foglio “di accettazione”, perché (colmo di tutti i colmi) si possono pure rifiutare per fare una cortesia allo Stato che li ha generosamente elargiti in tempo di crisi. Tutto lascia pensare all’istituzione di un albo per “beneficiati“, dal quale lo stato potrebbe avvalersi in un secondo tempo (non si sa mai) qualora ce ne fosse bisogno.
A parte il fatto che non sono 80 euro per tutti, ma subiscono un “decalge” fino ridursi allo zero, non si tratta nemmeno di un aiutino per coloro che percepiscono meno di 1500 euro netti al mese, perché in realtà (a conti fatti) si arriva a 1360 per 13 mensilità . Già a prima vista questo “segnale di cambiamento” voluto da Renzi per far riprendere i consumi sembrava un inciucio bell’è buono che dava un calcio in piena faccia agli incapienti, agli esodati, alla maggioranza dei pensionati (che 1500 euro livedono col binocolo) ed ai disoccupati (in continuo aumento), ma ora col passare dei mesi si rivela (più che mai) un trucco sotto banco per far vincere le elezioni europee a Renzi, che sicuramente nasconde qualcos’altro di cui non si ha conoscenza. Sta di fatto che quei 10 miliardi di euro (non bruscolini), li paga il popolo pantalone, costretto a subire nuovi costosi balzelli per rimpinguare le casse dello stato sempre in rosso. Scoprire gli altarini con un buon approfondimento sul tema riserverebbe sgradite sorprese, ma almeno si potrebbe dimostrare ai nostri governanti che abbiamo capito di essere stati per l’ennesima volta raggirati e presi per i fondelli.
di Giuseppe Franchi N.a.a.