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I numeri parlano più delle parole. Un risultato sorprendente ed eclatante, che però evidenzia un particolare curioso. Non sono i sondaggisti che hanno sbagliato i calcoli, ma gli elettori che hanno mentito, nascondendo l’intenzione di votare PD (prima di recarsi alle urne e poi appena usciti dai seggi) quasi si vergognassero di essere stati comprati da Renzi e dalle sue promesse aleatorie.
Poco c’è mancato che venisse raggiunto il 48,5% di De Gasperi alle elezioni del 18/4/48, anche se l’affluenza è stata molto più bassa. Ciò dimostra che la balena bianca (con gli ex marpioni democristiani travestiti) è più viva che mai. Non ci resta che applaudire i francesi che hanno portato in trionfo Marine Le Pen, che con il suo ” Front National” ha raggiunto il 25%, relegando il partito di Sarkozy al 20% ed i socialisti di Holland al 14%.
Grillo è stato brutalmente ridimensionato. La rabbia urlata, la protesta sterile che non dà nulla, non convince. A Renzi sono bastati 80 euro, lui (se non manterrà la promessa di ritirarsi in caso di flop) cambierà il suo slogan. Non più ” Vinciamo noi”, ma “vinciamo poi”. Quando, non si sa. grande delusione per gli aficionados di FI, ma la campagna di Berlusconi, con un braccio legato dietro la schiena ed una gamba rotta) non ha certo brillato per la forza delle idee e per la determinazione.
Anche Alfano (con i suoi transfughi) è destinato all’irrilevanza. Frantumare un partito non porta bene, ma chi cambia casacca fa presto ad indossarne un’altra. Quei piripicchi lì saliranno sul carro del vincitore e diventeranno tutti renziani per mantenere le loro poltrone. Se le borse sono schizzate in alto e lo spread è sceso, è segno che i banchieri sono contenti del risultato.
Non c’è altro da aggiungere. Giuseppe Franchi Naa
