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Grillo incontra Farage, è scompiglio nel Movimento

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Matteo Salvini ha fatto la soffiata. Oggi era in partenza da Malpensa per incontrare Marine Le Pen e tac chi becca sullo stesso aereo? Un altro euro scettico, Beppe Grillo. “Volo a Bruxelles, pranzo con Marine Le Pen. A Malpensa ho incontrato Grillo. È sul mio aereo, lunga e interessante chiacchierata.” Così ha tweettato il segretario del Carroccio che, volontariamente o no questo non si sa, ha scatenato un tumulto tra le fila del Movimento pentastellato. Perché? Il volo di Grillo verso Bruxelles non è infatti casuale, ma è invece un appuntamento con un altro euro scettico, Nigel Farage, capo del partito britannico Ukip.

Come prevedibile dunque il fronte dei contestatori di quest’Europa non sarà per niente unito perché l’apertura della Le Pen ad Alba Dorata ha fatto storcere il naso a Farage e compagni (anche se l’antipatia per il Front National era già presente), non permettendo così la nascita di un fronte unito. Nel movimento pentastellato invece ci sono molte perplessità circa l’avvicinamento verso il partito britannico, considerato a torto xenofobo e anti-immigrati. I grillini, solitamente non influenzati dai titoli tragici dei giornali, stavolta ci sono cascati come dei salami, bevendosi completamente le descrizioni fatte dai media allineati all’eurocrazia, la cui strategia è ovviamente quella di delegittimare il fronte d’opposizione.

Per dovere di cronaca è giusto ricordare che uno dei leader dell’Ukip è di colore, già solo per questo fatto dovrebbe cascare come un castello di carte la tesi del “partito xenofobo“. Eppure i grillini sono titubanti come si può leggere da alcune dichiarazioni: “Tutti scrivono che quello di Farage è un partito xenofobo, il nostro no – puntualizza – Ricordo che è grazie a noi che è stato abolito il reato di immigrazione clandestina e ne siamo felici“. C’è da chiedersi ora come pensano i grillini di avere voce in capitolo in un organo che già di per se non ne ha, senza alcun tipo di alleanza? Il partito di Farage non è xenofobo, è semplicemente contrario alla totale apertura delle frontiere, che permette ai datori di lavoro di assumere chi si fa pagare di meno (solitamente gli immigrati dall’est Europa), andando così a svantaggio dei lavoratori inglesi.

Rimane dunque molto spaccato il fronte degli euroscettici, costretti oltretutto ad agire in un organo, il parlamento, che di potere effettivo ne ha ben poco.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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