Il grande ritorno nella scatola magica dopo oltre vent’anni è stato preparato nei minimi dettagli dal protagonista, Beppe Grillo, ormai non più comico ma finisssimo comunicatore. Il salotto di RaiUno di Bruno Vespa è stato pronto ad accogliere il fondatore del Movimento 5 Stelle (uscito dalle ultime elezioni come primo movimento in Italia senza alleanze) che si muove sul palcoscenico televisivo ancora più a suo agio di quando era un semplice intrattenitore.
In nemmeno un’ora il Beppe nazionale ha toccato con precisione quasi chirugica tutti i temi caldi affrontati già durante i suoi mega tour elettorali: Europa, occupazione, ruolo del pubblico, banche, immigrazione, pensioni e (de)crescita. Prima di addentrarci nei contenuti in maniera più precisa è doveroso commentare come in uno scenario politico così scialbo e povero di carisma Grillo riesca ad emergere senza neanche troppi sforzi come il numero uno della comunicazione verbale, arrotolando a proprio piacere un conduttore come Vespa, ben difficile solitamente da domare.
Ad ogni modo l’intento del leader 5 stelle sembra quello di descrivere il quadretto, non incoraggiante, in cui siamo immersi: una classe politica di corrotti e alla meglio inetti e nullafacenti ha permesso che lobbies, multinazionali e banche facessero man bassa nel nostro paese, privandoci pian piano della nostra sovranità. I canali attraverso cui tutto ciò sarebbe avvenuto sono ovviamente l’Unione Europea, il nostro Presidente della Repubblica e le banche nostrane colluse con i poteri forti esteri.
Qual è dunque il pericolo reale dell’Italia per Grillo? Ritrovarsi come la Grecia e come anche molti paesi del terzo mondo, costretti guardare fondi privati e multinazionali impadronirsi della nostra storia e dei nostri beni vitali, finché nella penuria più totale questi ci verranno bloccati. Quanto questo rischio sia tangibile e prossimo non lo possiamo sapere, tuttavia ciò che possiamo portare a difesa delle tesi di Grillo sono i dati riguardo al fenomeno delle privatizzazioni selvagge di settori pubblici: numerosi ettari di spiagge sono pronti ad essere venduti a fondi stranieri, così come Eni ed Enel stanno subendo la scalata del capitale privato (quello statale sta andando sotto la soglia ritenuta minima del 30%).
Tutte queste manovra vengono fatte per ripianare un debito pubblico che, come dice Grillo, non può essere ripianato a queste cifre, ma solamente ritrattato in toto. La strategia dei 5 stelle è dunque quella di stravincere le europee, e perché no anche le regionali piemontesi, dare così uno scossone alla vecchia politica e fare la voce grossa a Bruxelles per ridiscutere tutti i trattati sinora firmati senza l’assenso e la consapevolezza del popolo.
In effetti gli intenti paiono un po’ avventati, ma le idee su cui si basano non sono da bollare come semplice “demagogia”.